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Le Olimpiadi di Tokyo nel segno del green: la Fiamma Olimpica va a idrogeno

Uno dei simboli per eccellenza della competizione internazionale si rinnova. Le Olimpiadi di Tokyo nel segno del green: la Fiamma Olimpica va a idrogeno.

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Le Olimpiadi di Tokyo nel segno del green: la Fiamma Olimpica va a idrogeno Fonte foto: ANSA

Si tratta di una goccia in meno nel mare dei gas serra (51 miliardi di tonnellate) presenti nell’atmosfera terrestre. Ma, come gesto simbolico, forse vale molto di più della quantità di emissioni di CO2 risparmiate: la torcia olimpica degli imminenti Giochi di Tokyo 2020 (cominceranno venerdì 23 luglio 2021) sarà alimentata a idrogeno. Lo stesso succederà per il braciere che, come vuole una tradizione risalente all’Antica Grecia, sarà allestito nel corso della cerimonia di inaugurazione e resterà acceso per tutta la durata delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi.

L’annuncio arriva dagli stessi organizzatori delle Olimpiadi, che hanno messo al centro del loro lavoro un principio di sostenibilità ambientale, ad esempio predisponendo l’utilizzo di mezzo migliaio di veicoli a idrogeno. L’idrogeno è stato fabbricato a Namie, una cittadina della prefettura di Fukushima. Proprio da Fukushima, dove si è verificata la tragedia umana e ambientale innescata dal guasto alla centrale nucleare del 2011, è tra l’altro ripartita la torcia a idrogeno.

In cosa consiste la cerimonia della Fiamma Olimpica

Tradizione infatti vuole che, dopo essere stata accesa a Olimpia, in Grecia, la torcia raggiunga il paese ospitante i Giochi per essere portata in giro nei mesi che anticipano l’inaugurazione. Quest’anno le celebrazioni sono state messe in discussione dalla propagazione del Covid, quindi la staffetta è stata più accidentata: tra l’accensione e la ripartenza in Giappone è trascorso infatti un anno. La destinazione finale, dopo quattro mesi di tragitto attraverso tutto il Paese, è naturalmente Tokyo, dove la fiamma olimpica sarà il fulcro attorno al quale ruoterà l’intera cerimonia di inaugurazione fissata per il prossimo venerdì.

Quali problemi ci sono alle Olimpiadi a causa della pandemia

La pandemia continua a funestare un evento sportivo mondiale partito sotto una cattiva stella, un po’ come successo con gli Europei di calcio. Da inizio luglio a oggi sono 71 i casi di coronavirus accertati tra i membri dello staff e gli atleti che dovrebbero prendere parte alle attesissime Olimpiadi. La precarietà della situazione getta nella confusione anche il comitato organizzatore: “La cancellazione non è un’opzione”, ha detto il numero uno del Comitato Olimpico Internazionale. Più cauto il suo omologo della divisione giapponese: si può escludere una cancellazione last minute? “Non possiamo prevedere cosa accadrà con il numero di casi”. Questa la risposta di Toshiro Muto in conferenza stampa.

Non solo Olimpiadi: altri progetti sostenibili ruotano intorno all’agricoltura – e, nello specifico, ai trattori – e addirittura alla seta di ragno, che potrebbe sostituire la plastica.

Giuseppe Giordano