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SICUREZZA INFORMATICA

Operazione Neuland, denunciati due cybercriminali italiani

Le indagini, coordinate a livello internazionale, hanno permesso di individuare nel dark web una piattaforma utilizzata per creare e diffondere virus

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Operazione Neuland, denunciati due cybercriminali italiani Fonte foto: Shutterstock

Le forze dell’ordine italiane, in collaborazione con i colleghi europei, hanno sgominato una fitta rete criminale dedita alla creazione e alla diffusione di malware nel dark web. L’operazione, denominata Neuland, è stata condotta il mese scorso ed ha portato all’individuazione di due hacker italiani.

I giovani, di cui si conoscono solo le iniziali, sono residenti uno nella provincia di Mantova e l’altro nel catanzarese e sono stati denunciati per il reato di diffusione di virus, previsto dall’articolo 615 del codice penale. Secondo le indagini internazionali, coordinate dal Centro Europeo per la lotta contro la Cybercriminalità di Europol (EC3) e dalla Joint Cybercrime Action Taskforce (J-CAT), F.E. di anni 20 e S.A. di anni 19 erano tra gli utilizzatori di una piattaforma, disponibile nel dark web, responsabile di distribuire un servizio, chiamato Contro-Anti Virus (CAV), noto anche con il nome di Razorscanner, e un programma di crypting, conosciuto come Razorcrypter.

L’operazione Neuland

La piattaforma, scoperta durante l’operazione Neuland, permetteva agli utilizzatori di testare i loro virus e di verificare la capacità dei programmi dannosi di aggirare gli antivirus. In più, gli amministratori mettevano a disposizione un software di criptaggio, Razorcrypter, da usare per nascondere il virus all’interno di programmi leciti e ingannare i sistemi di controllo.

L’operazione Neuland si è prima concentrata sull’individuazione dei gestori della piattaforma e successivamente sugli utilizzatori, tra cui sono stati individuati i due ragazzi italiani, hacker abili nella creazione di virus e nella diffusione nel dark web di malware, e già noti alle forze dell’ordine.

Le indagini hanno consentito di sequestrare molti strumenti utilizzati dai due giovani cybercriminali nella produzione dei programmi malevoli. Nel corso delle operazioni internazionali sono stati eseguite 43 perquisizioni, in seguito a cui sono stati arrestati 4 pirati informatici e denunciate 5 persone in tutta Europa.