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Perché la caduta del razzo cinese preoccupa anche l’Italia

Quando e dove potrebbe cadere il razzo cinese in Italia e quanto è pericoloso il modulo fuori controllo.

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razzo cinese Fonte foto: ANSA

Proprio in queste ore il modulo largo 30 metri di un razzo cinese sta viaggiando a 27.600 km/h dallo spazio in direzione delle nostre teste. Il problema è che si tratta di un rientro incontrollato. Nessuno ancora sa di preciso dove si schianteranno i rottami del proiettile spaziale ed è per questo che gli scienziati sono un po’ preoccupati: anche quelli italiani, perché c’è una probabilità che la pioggia di detriti si abbatta proprio sul suolo nazionale. Per la precisione, sul Centro-Sud del Paese.

Per il momento quasi tutto rientra nell’ordine delle possibilità, compresa la data stimata per l’impatto con la Terra, pronosticata l’8 maggio con un’approssimazione di 24 ore. La parte rassicurante consiste nel ruolo di “scudo” giocato dall’atmosfera, solitamente in grado di smaterializzare gli oggetti provenienti dall’esterno. Ammesso che i gas ad alta quota da soli non bastino a bruciare i frammenti del veicolo cinese, dovremmo considerarci sfortunati a vederli cascare su una zona abitata.

Quanto è pericoloso il modulo fuori controllo

Come è noto, infatti, la maggior parte del globo è occupata da deserti, foreste, praterie e oceani (questi ultimi sono il 70% del totale). Rispetto ai quali gli insediamenti umani rappresentano, per estensione, una piccola percentuale. Per metterla in numeri (cosa che ha fatto l’esperto Andrew Jones del sito spacenews.com), le probabilità che un individuo venga colpito dai detriti spaziali sono estremamente basse, stimate in una su diversi trilioni. Secondo Holger Krag, a capo dell’Ufficio del Programma per la Sicurezza dell’Agenzia Spaziale Europea, anche il 40% del materiale potrebbe resistere all’impatto aereo.

Long March 5B era decollato a Pechino il 29 aprile, per portare in orbita il primo modulo (“Tianhe” o “Armonia del Cielo”) della futura stazione spaziale “Tiangong”, traducibile in italiano con “Palazzo Celeste”. Sulla tecnologia, Pechino procede a due velocità. All’ennesima stretta su internet corrisponde la prolifica industria degli smartphone e un programma spaziale che può già vantare diversi successi.

Il rientro incontrollato del razzo tuttavia non rappresenta una buona pubblicità per l’esplorazione di nuove frontiere promossa in Oriente, ma non è certo l’unico episodio simile verificatosi in decenni di spedizioni fuori dal nostro pianeta: nel febbraio del 2003, ad esempio, 90mila chili di detriti spaziali si abbatterono senza ferire nessuno sul Texas. Provenivano dalla navetta Columbia.

Giuseppe Giordano