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SICUREZZA INFORMATICA

Perché condividere la propria posizione su social network è pericoloso

Molte persone quando pubblicano un post o caricano una foto sui social inseriscono anche la propria posizione, ecco perché non bisogna farlo

Perché condividere la propria posizione su social network è pericoloso Fonte foto: Shutterstock

L’aperitivo nell’ultimo locale alla moda, la vacanza alle Maldive, oppure un weekend romantico alle terme. I motivi usati dagli utenti per condividere sul web la propria posizione sono praticamente infiniti. Eppure oltre a causare una forte invidia negli amici questa prassi può essere molto pericolosa per la sicurezza.

La posizione va considerata a tutti gli effetti un’informazione sensibile. Ovvero uno di quei dati che non bisognerebbe mai condividere sulla Rete, dove i malintenzionati abbondano. Ma perché è pericoloso condividere su piattaforme come Facebook o Twitter dove ci troviamo? Quando si pubblica un post con la posizione esatta, in base alle regole sulla privacy che si sono impostate, quest’informazione può raggiungere chiunque e non solo la ristretta cerchia di amici. E anche se avessimo bloccato la visualizzazione per i non amici esistono tutta una serie di pericoli.

I pericoli principali

Non è detto che la poszione riesca a rimanere dentro la cerchia degi amici una volta pubblicata sui social. Ci sono alcuni scenari possibili. Mettiamo che un amico usa un computer di una biblioteca o di un luogo pubblico. Se si dimentica di fare logout chiunque entri dopo di lui avrà accesso alla sua pagina Facebook. Mettiamo che un nostro conoscente perda il telefono o gli vingarubato. Se non ha impostato un codice di blocco il malintenzionato potrà accedere a tutte le sue informazioni, compreso Facebook. Oppure, uno scenario molto probabile, l’amico si connette a un hotspot gratuito di un negozio che però in realtà è una connessione manomessa da un hacker che riesce così a rubare le sue credenziali e a ottenere la tua posizione.

Dice dove non sei

Pubblicare la propria posizione non significa solo dire dove ci si trova, ma soprattutto dove non siamo. Se un ladro scoprisse che siamo in vacanza per una settimana, per lui sarebbe un gioco da ragazzi intrufolarsi in casa nostra e rubare i nostri oggetti più importanti.

Attenzione ai metadati

Quando usiamo per la prima volta lo smartphone per scattare una foto non prestiamo particolare attenzione alle autorizzazioni richieste, vogliamo solo vedere come scatta il nuovo telefono. È probabile che ci venga chiesto di autorizzare la geolocalizzazione degli oggetti presenti nella foto, per migliorare la posizione in caso di condivisione. Un buon servizio, fino a quando un giorno non pubblichiamo su un sito per la vendita online le foto di un oggetto che vogliamo dare via. Dai metadati di quella foto un cyber criminale può risalire alla nostra posizione.