C'è un pianeta in cui un anno dura solo 8 ore
È uno dei più leggeri tra i quasi 5000 esopianeti conosciuti fino a oggi. Si tratta di GJ 367 b, recentemente scoperto e soprannominato il “pianeta piuma”.

Un team di ricercatori internazionale ha scoperto un esopianeta così vicino alla sua stella che la sua superficie potrebbe essere fusa. Si tratta di GJ 367 b e ha una massa pari alla metà di quella della Terra. Tra le sue particolarità, c’è anche che impiega solo 8 ore a compiere una rivoluzione attorno alla sua stella. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Science e nel gruppo di studiosi ci sono anche gli italiani Luisa Maria Serrano, Elisa Goffo e il professore Davide Gandolfi del Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino.
Il pianeta in cui un anno dura 8 ore
GJ 367 b è stato scoperto grazie alle osservazioni condotte con il telescopio spaziale TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite) della NASA utilizzando il metodo dei transiti, che consiste nel misurare la diminuzione di luce di una stella quando questa viene parzialmente occultata da un suo pianeta che le transita di fronte. L’esopianeta è uno dei più leggeri tra i quasi 5000 conosciuti fino a oggi ed è anche detto “pianeta piuma”. Con un diametro di poco più di 9000 km, è leggermente più grande di Marte. Gira intorno alla sua stella in 8 ore, per cui il suo anno ha una durata brevissima, equivalente a un terzo di una nostra giornata.
Le particolarità di GJ 367 b
Il professor Gandolfi ha spiegato che GJ 367 b è uno degli esopianeti terrestri più piccoli di cui sia stata misurata precisamente la massa ed è un pianeta roccioso. Rientra tra quelli che in gergo scientifico vengono chiamati ultra-short period planets, ossia pianeti con periodo orbitale molto corto, dato che è più breve di 24 ore. “Si tratta generalmente di pianeti rocciosi con dimensioni più piccole di una volta è mezza quella della Terra. Tra i pianeti appartenenti a questa famiglia, GJ 367 b è il più piccolo membro di cui sia stata misurata la massa”, ha sottolineato Gandolfi.
“Anche se non conosciamo bene le sue origini, riteniamo che GJ 367 b si sia formato a distanze molto più grandi dalla sua stella – ha aggiunto lo scienziato – e che successivamente sia migrato verso le regioni più interne del sistema planetario, raggiungendo la sua orbita attuale”. Il raggio e la massa dell’esopianeta sono stati determinati con una precisione rispettivamente del 7% e del 14% e la rilevazione è stata fatta usando lo spettrografo HARPS dell’European Southern Observatory. Grazie agli strumenti utilizzati, il team è riuscito a dedurre importanti informazioni sulla sua struttura e composizione interna.
“GJ 367 b ha una densità di circa 8 grammi per centimetro cubo, maggiore di quella della Terra. Questo suggerisce che il pianeta abbia un nucleo molto esteso di ferro e nichel, simile a quello di Mercurio, il pianeta più interno del Sistema Solare”, ha spiegato la ricercatrice Maria Luisa Serrano. GJ 367 b orbita attorno a una stella nana rossa e la vicinanza del pianeta alla sua stella lo esporrebbe a un livello di radiazioni estremamente elevato, oltre 500 volte più intenso di quello che riceve la Terra dal Sole e che è stato stimato dai ricercatori in circa 1500 gradi Celsius. Una temperatura a cui le rocce e i metalli fondono e che ricoprirebbero la superficie del pianeta di lava.
Intanto altri ricercatori hanno scoperto un pianeta simile a Giove che potrebbe mostrare il futuro del sistema solare e un altro pianeta sopravvissuto alla morte della propria stella.
Stefania Bernardini