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SCIENZA

Plutone fa litigare (ancora) gli scienziati: il motivo della polemica

Pianeta o pianeta nano? Plutone e la sua definizione come corpo celeste non smette di dividere gli esperti in materia

Polemica su Plutone Fonte foto: iStock

Sono un ufo e vengo da Marte, aspetto il treno che mi porta da lei su Plutone: forse neanche l’alieno immaginato da Rino Gaetano in una sua canzone poco conosciuta avrebbe voglia di avventurarsi nel pianeta nano dopo l’ultima polemica che ha riguardato proprio la sua definizione.

Da 15 anni Plutone non è più considerato un pianeta, un declassamento che però non ha spento i dibattiti scientifici. Otto planetologi americani hanno pubblicato di recente uno studio dedicato al corpo celeste sulla rivista “Icarus”, un tentativo di riabilitazione che ha fatto storcere il naso a più di un esperto. Ma cosa è successo di preciso?

Lo studio della discordia

La pubblicazione ha ripercorso i vari modi con cui è stato definito il concetto di pianeta, a partire da quello utilizzato niente meno che da Galileo. Secondo i planetologi statunitensi, nel ‘900 sarebbe subentrata una visione fin troppo semplicistica e dettata dal folklore dei pianeti del sistema solare, arrivando a limitarne il numero fino alla storica e controversa decisione del 2006, quando Plutone è stato declassato appunto a pianeta nano. Lo studio prosegue sottolineando come ogni corpo celeste geologicamente attivo potrebbe essere considerato un pianeta, riabilitando quello che è sempre stato considerato l’ultimo e il più lontano tra i nove conosciuti.

Ragionando in questa maniera, anche altri corpi celesti potrebbero essere promossi a pianeti, a partire dalla Luna e persino degli asteroidi. La ricerca è stata guidata, tra gli altri, da Alan Stern, responsabile scientifico della missione “New Horizons” che ha visto protagonista nel 2015 la NASA con il sorvolo di Plutone. Conclusioni del genere non potevano lasciare indifferenti e in effetti si è scoperchiato un vero e proprio vaso di Pandora all’interno della comunità scientifica. Il giudizio più “sereno” è stato quello di Piero Benvenuti, ex segretario generale della IAU (l’Unione Astronomica Internazionale, l’ente che ha declassato Plutone tre lustri fa). A suo dire, la proposta di modifica non può essere accolta, perché pensare che il declassamento sia stato favorito dal “folklore” e dal retaggio culturale è un’accusa troppo grande.

La reazione della IAU

Non bisogna certo immaginare litigi furiosi tra accademici e distinti professori, queste polemiche vanno normalmente in scena a distanza (come è normale che sia). Benvenuti ha definito il tentativo di riabilitazione senza mezzi termini, in poche parole “uno studio sgangherato e peggiore dei precedenti”. Il declassamento legato al folklore, poi, non poteva lasciare indifferente l’ex segretario generale che ha bollato l’affermazione come “allucinante”. A prendere le distanze dal controverso studio è stato anche Andrea Longobardo, planetologo che fa parte dell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica), che non ha comunque escluso una rivisitazione della definizione di pianeta.

La storia di Plutone non ha avuto sussulti per oltre sette decenni. Dopo la scoperta del 1930, infatti, non ci sono stati dubbi sulla sua definizione, almeno fino al 1992 quando sono cominciati i primi dibattiti. Nella fascia di Kuiper, la stessa in cui il pianeta nano orbita, sono stati scoperti oggetti di dimensioni simili, se non superiori a Plutone, con la conseguente riclassificazione nel 2006. È una storia che ormai ha già 15 anni, ma non sono pochi coloro che non vogliono arrendersi e dare una “seconda possibilità” a uno dei corpi celesti più bistrattati di sempre.