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Privacy su Facebook: l'attacco a Zuckerberg dal suo mentore

Uno dei primi investitori di Facebook punta il dito contro la piattaforma social: deve tutelare privacy degli utenti ed evitare la proliferazione di fake news

Privacy su Facebook Fonte foto: Ink Drop / Shutterstock.com

Le grandi compagnie che dominano sul Web, Facebook in primis ma anche Google e Amazon, devono tutelare maggiormente la privacy dei propri utenti. E le autorità di controllo e regolazione devono intervenire per rafforzare le leggi a tutela della privacy, specialmente di quella dei minori.

Ne è convinto Roger McNamee, tra i primi investitori di Facebook e da molti considerato uno dei mentori di Mark Zuckerberg. Imprenditore e venture capitalist specializzato in investimenti nelle società tecnologiche sin dal 1982, McNamee ha appena pubblicato il libro “Zucked: Waking Up to the Facebook Catastrophe“. In questo libro McNamee mette in guardia gli americani, in vista delle elezioni presidenziali del 2020: non è possibile che si ripeta quanto visto nel 2016, quando Facebook fu invaso di contenuti falsi sui candidati e che invitavano all’odio e si scoprirono anche campagne di disinformazione molto sospette che partivano dalla Russia. Per McNamee bisogna “svegliarsi dalla Catastrofe Facebook“, perché Facebook sta arrecando “seri danni alla nostra società“.

Non solo Facebook

Allo stesso tempo, però, l’imprenditore, musicista e artista McNamee se la prende con un po’ tutti i top manager della Silicon Valley: “Penso che siano persone brillanti, ma penso che la cultura della Silicon Valley, la cultura del business senza regole di oggi combinata con l’intelligenza di queste persone e con una sorta di senso dell’eccezionalità ci metterà nei guai. Quando guardo a tutto ciò, è un enorme problema per la democrazia, la salute pubblica, la privacy e, francamente, anche per l’innovazione e la crescita

Per McNamee le aziende che creano questi problemi sono principalmente Facebook, Google, Amazon, Verizon e Microsoft. Cioè le aziende che posseggono la maggior parte dei dati personali degli utenti. Riguardo a Facebook, da ex investitore, McNamee oggi afferma: “Credo che il successo abbia dato a tutti quelli che lavorano in quella azienda l’impressione che tutto ciò che toccano diventi oro. Sono diventati insensibili ad ogni tipo di critica o di feedback negativo“.

Infine, McNamee è convinto che le Tech Companies abbiano oggi acquistato un vero e proprio potere politico, senza alcuna elezione o forma di controllo: “Questo potere politico, ora, sta destabilizzando troppe cose nella nostra economia e società“.