Distribuzioni Linux, le migliori per principianti e utenti avanzati
Inizialmente rivolte principalmente a un pubblico geek, oggi le distribuzioni Linux attirano le attenzioni di un numero sempre maggiore di utenti. Ecco come scegliere la più adatta

Costantemente in crescita. Il numero di distribuzioni Linux disponibili per il download gratuito aumenta settimana dopo settimana, riuscendo a farsi conoscere un pubblico sempre più vasto. Nato a inizio Anni ’90 per iniziativa del programmatore finlandese Linus Torvalds, il sistema operativo open source basato sul kernel Linux è riuscito a ritagliarsi uno spazio anche al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori, convincendo molti utenti a effettuare il passaggio da Windows o macOS verso Tux (questo il nome del pinguino-mascotte del progetto). Un’abbondanza che, in alcuni casi, può causare non poche difficoltà: un utente alle prime armi, infatti, può confondersi facilmente, finendo con lo scegliere una distribuzione non adatta ai suoi scopi. Potrà capitare che scelga, ad esempio, una distribuzione troppo complessa, oppure una dedicata all’editing fotografico e multimediale. Insomma, se non sapete quale distribuzione Linux scegliere, sfogliate la gallery e scoprite quella che fa al caso vostro.

Probabilmente la più conosciuta e tra le più utilizzate, Ubuntu è una distribuzione Linux basata su Debian. L’interfaccia grafica utente (desktop environment nel gergo tecnico) è basata sul motore Unity, fatto che le conferisce un aspetto pulito, lineare ed estremamente intuitivo. Gran parte delle sue fortune, infatti, sono dovute all’estrema usabilità e facilità di utilizzo: fattori che hanno spinto molti utenti ad avvicinarsi al mondo Linux abbandonando così i “porti sicuri” rappresentati da Windows e macOS. Le distribuzioni sono rilasciate a cadenza semestrale ad aprile e ottobre di ogni anno e permettono a Ubuntu di perfezionarsi ulteriormente e aggiungere funzionalità sempre nuove. Kubuntu è di fatto identica a Ubuntu, eccezion fatta per l’ambiente grafico, basato in questo caso sui pacchetti KDE anziché Unity.

Distribuzione caratterizzata da uno stile moderno ed elegante, Linux Mint si basa su Ubuntu sfruttandone tutte le caratteristiche peculiari per raggiungere un numero sempre più elevato di utenti. Dotata di uno dei migliori gestori di pacchetti oggi in circolazione, Mint mette a disposizione degli utenti una grande varietà di ambienti grafici tra cui scegliere: si può decidere di restare con Cinnamon desktop, l’opzione di default, oppure optare per i vari KDE, MATE o Xfce. La semplicità di utilizzo, unita alla varietà di software gratis a disposizione e all’interfaccia utente intuitiva e peculiare rendono Mint una delle distribuzioni Linux di maggior successo del momento.

Progettata e realizzata per i nuovi arrivati, Zorin OS vuole facilitare la transizione da Windows a Linux in tutti i modi. Si parte dall’aspetto grafico, molto simile a quello di Windows 7, passando per un pacchetto software molto ampio e un emulatore già installato che permette di continuare a utilizzare i software e gli applicativi per Windows che non trovano omologhi nel campo dell’open source.

Come lascia intendere il nome, si tratta di una distribuzione che focalizza la propria attenzione nei confronti degli utenti PC intenzionati a fare il salto verso il sistema operativo open source per eccellenza. Gli sviluppatori si sono infatti concentrati sia sull’interfaccia grafica sia sui vari software presenti sin dal momento dell’installazione per garantire che il passaggio da sistemi operati alternativi sia il più semplice e indolore possibile.

Piccola e versatile, Linux Lite è una distribuzione nata con un duplice scopo: da un lato vuole “accogliere” in maniera “familiare” gli utenti che si affacciano per la prima volta nel mondo di Tux (e non è un caso che l’interfaccia utente sia molto simile a quella di Windows); dall’altro i bassi requisiti di sistema (processore con frequenza operativa di 700 megahertz e appena 512 megabyte di RAM) la rendono perfetta per vecchi computer ancora funzionanti ma non più in grado di supportare i sistemi operativi più moderni (e pesanti).

A differenza delle altre distribuzioni Linux basate su Ubuntu, Luna si caratterizza per un’interfaccia grafica personalizzata e che tenta di strizzare l’occhio all’utente alle prime armi senza dover necessariamente ricopiare lo stile Windows. Una peculiarità che si ripete anche nelle app di default presenti all’interno della distribuzione come Geary (client email), Midori (web browser), Maya (calendario e agenda), Totem (player video) e Noise (player musicale).

Il discorso appena affrontato per Luna vale (all’ennesima potenza, potremmo dire) per Apricity OS. In questo caso, però, ci si trova ad avere a che fare con un sistema operativo che, almeno sul versante dell’interfaccia grafica, strizza l’occhio più a iOS e Android che ad altre piattaforme operative per computer desktop. Un particolare reso evidente, ogni oltre cosa, dalla forma delle icone del menu (tonde) e dalla presenza di una sorta di drawer per gli applicativi e i software installati.

Realizzata dall’omonimo progetto no-profit, OpenSUSE è una distribuzione caratterizzata da uno stile grafico lineare e senza troppi fronzoli. Ideata e realizzata per attirare tanto il pubblico che si avvicina per la prima volta al mondo del sistema operativo del pinguino, sia per fornire funzionalità e strumenti adeguati a utenti avanzati, OpenSuse fonda la propria forza su YAST, programma che gestisce la distribuzione dei pacchetti, la loro installazione e molto altro ancora.

La preferita di Linus Torvalds. E tanto basterebbe per comprendere che ci si trova a che fare con una delle migliori distribuzioni Linux in assoluto. Caratterizzata da grande versatilità e potenza, si evolve continuamente grazie al supporto e al lavoro di migliaia e migliaia di sviluppatori indipendenti che contribuiscono con applicativi, pacchetti e nuovi moduli per il kernel. L’interfaccia utente è gestita attraverso l’ambiente grafico GNOME, ma si può decidere di cambiarla con KDE, Xfce, LXDE, MATE e Cinnamon tra le altre. Discorso analogo per il gestore di pacchetti: di default troviamo installato DNF, ma volendo si può sostituire con altri strumenti.

Tra le più vecchie e utilizzate distribuzioni Linux, Debian (“papà” di Ubuntu) può contare su un’utenza folta e ormai molto fidelizzata. La sua forza sta nell’interfaccia grafica, curata e allo stesso tempo intuitiva, e in un database di pacchetti (equivalenti ai software per Windows o macOS) ricco di circa 40mia elementi. Grazie a un numero così ampio di applicativi, Debian si presta agli utilizzi più vari, riuscendo così ad attirare le attenzioni di un pubblico sempre molto vasto.

Tra le distribuzioni Linux più versatili, Gentoo si caratterizza per la propria capacità ad adattarsi agli scopi e agli usi più differenti. Merito anche di Portage, il sistema di gestione e installazione dei pacchetti che consente agli utenti di aggiungere ed eliminare applicativi e software in maniera facile e intuitiva.

Pur potendo essere utilizzata come “normale” sistema operativo, Slackware (una delle prime distribuzioni Linux a essere stata resa pubblica) si caratterizza per la sua attenzione verso tematiche come la sicurezza e la protezione della privacy e dei dati degli utenti. Estremamente potente, è apprezzata in maniera particolare da sistemisti e analisti informatici, che la utilizzano per la gestione di server di piccole e medie dimensioni (al suo interno, infatti, troviamo client FTP, server web e server email già pronti per l’uso senza che l’utente debba perdere troppo tempo nella sua configurazione.