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C’è ossigeno su Marte, e saremo in grado di respirarlo

C'è ossigeno su Marte, e la NASA ha trovato il modo di renderlo respirabile per le future missioni spaziali.

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Ossigeno su Marte, la scoperta Fonte foto: iStock

L’esplorazione di Marte è ormai all’ordine del giorno nelle questioni della NASA, e di ogni altra compagnia impegnata nelle missioni spaziali del nuovo millennio.

Si stanno in questi mesi cercando risposte ad interrogativi cruciali: come rendere sostenibile la vita dei futuri astronauti sulla superficie del pianeta rosso e come alimentare i razzi che dovrebbero trasportare persone e strumenti da Marte alla Terra, tanto per cominciare.

Tra le missioni dell’eroico rover Perseverance c’era quella di testare un piccolo strumento in grado di estrarre ossigeno dall’atmosfera marziana. Ebbene, l’esperimento è riuscito e la NASA ha rotto il silenzio: c’è ossigeno su Marte e potremo respirarlo.

MOXIE, il robottino che produce ossigeno

MOXIE, Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment, è uno strumento di soli 30 centimetri installato sul rover Perseverance, arrivato su Marte lo scorso 18 Febbraio. Il test cui è stato sottoposto il piccolo robot è avvenuto nel mese di Aprile, e la NASA è oggi pronta a condividere i risultati dell’esperimento.

Ma come funziona MOXIE? Come spiega l’ingegnere della NASA Asad Aboobaker “l’atmosfera marziana contiene molta anidride carbonica, quindi se vogliamo produrre ossigeno su Marte per usarlo nelle future esplorazioni o per i sistemi di lancio, un modo intelligente potrebbe essere di estrarlo dalla CO2”.

L’atmosfera di Marte è infatti costituita al 96% di anidride carbonica, motivo per cui MOXIE è stato progettato per estrarre ossigeno dalla CO2 tramite elettrolisi, cioè separandone gli atomi dalle molecole di anidride carbonica.

Il processo di trasformazione dell’atmosfera marziana in “aria respirabile” è stato quindi testato in un esperimento della durata di due ore, in cui MOXIE è riuscito a produrre un totale di 5,4 grammi di ossigeno, che sarebbero sufficienti a supportare le funzioni vitali di un astronauta per circa 10 minuti.

Un inizio modesto, dicono alla NASA, ma che potrebbe finalmente rendere realtà gli scenari – ormai neanche troppo fantascientifici – di una colonizzazione umana del pianeta rosso.

Il primo strumento “di un altro mondo”

MOXIE è progettato per produrre fino a 10 grammi di ossigeno ogni ora, e sarà impegnato in almeno altri nove tentativi di estrazione nei prossimi due anni di missione.

“MOXIE ha provato per la prima volta in assoluto” afferma il dottor Asad Aboobaker “che è possibile estrarre ossigeno dall’anidride carbonica nell’atmosfera marziana“. Il programma della NASA è quello di inviare sulla superficie di Marte strumenti “200 volte più grandi dell’attuale MOXIE”, che saranno in grado di fornire ossigeno da respirare agli astronauti, ma soprattutto di alimentare i mezzi di trasporto che porteranno uomini e mezzi sul pianeta.

Molto dell’ossigeno prodotto da MOXIE, infatti, è destinato a diventare il carburante delle navi spaziali che – dopo un viaggio di sette mesi nello spazio – atterreranno su Marte per poi dover ripartire, non certo prima di aver fatto un certo rifornimento.

Quella dell’uso delle risorse locali, sia su Marte sia sulla Luna, è una necessità considerata ineliminabile, nei programmi delle future esplorazioni spaziali: “gli esploratori spaziali del futuro dipenderanno dalla possibilità di produrre propellente su Marte per poter tornare a casa”, afferma Jim Reuter, amministratore associato del Direttorato NASA per le Space Technology Mission (STMD).

“MOXIE non è soltanto il primo strumento a produrre ossigeno in un altro mondo” ricordano dal STMD, “è anche la prima tecnologia che aiuterà le future missioni a sfruttare gli elementi naturali di un altro mondo”.
I prossimi passi prevedono di inviare sul pianeta rosso un MOXIE molto più potente, in grado di produrre circa 2 chili d’ossigeno ogni ora, sufficienti al fabbisogno di una piccola squadra di astronauti.