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Ricaricare lo smartphone con il corpo umano: gli scienziati hanno scoperto come fare

Il corpo umano sarà in grado di ricaricare smartphone, smartwatch e altri dispositivi elettronici: la nuova invenzione sulla punta delle dita

Ricaricare lo smartphone con il corpo umano: gli scienziati hanno scoperto come fare Fonte foto: 123rf

Gli smartphone sono sempre con noi in ogni momento della giornata ma hanno un problema: la loro batteria si esaurisce rapidamente e spesso non arriva a sera, costringendoci a portare con noi fastidiosi cavi per la ricarica. Una nuova invenzione degli scienziati statunitensi, però, promette di cambiare tutto con quello che è stato già ribattezzato il “Sacro Graal” di tutte le invenzioni, ovvero la ricarica con il corpo umano. Si tratta di un dispositivo “indossabile” in grado di riportare al 100% le batterie dei nostri cellulari che, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “Joule”, sarà impiantato direttamente nelle nostre mani.

Come si ricarica uno smartphone con le dita: la nuova invenzione

Secondo gli ingegneri dell’Università di San Diego, il metodo più efficiente per raccogliere energia dal nostro corpo si trova sulla punta delle nostre dita. Una striscia sottile e flessibile posta sulla pelle potrebbe generare abbastanza elettricità dal sudore di chi la indossa per alimentare tutti i dispositivi che portiamo con noi ogni giorno.

Le cellule a biocombustibile (BFC) oltre a generare elettricità dal sudore possono anche raccogliere energia extra dalla leggera pressione delle dita in attività come digitare o suonare il pianoforte.

Una fonte di energia dal sudore del corpo umano: il commento degli scienziati

Joseph Wang, professore di nanoingegneria presso la UC San Diego Jacobs School of Engineering, ha dichiarato: “Immaginiamo che la nostra invenzione possa essere utilizzata in qualsiasi attività quotidiana che coinvolga il tocco, cose che una persona farebbe normalmente mentre è al lavoro, a casa, mentre guarda la TV o mangia. Il nostro obiettivo è che questo dispositivo possa lavorare per noi mentre ci dimentichiamo di averlo addosso”.

Si tratta di un’innovazione straordinaria, secondo Wang, perché è la prima fonte di energia che non si basa su qualcosa di esterno e irregolare come la luce del sole o il movimento.

Il sudore alle dita probabilmente è un risultato dell’evoluzione che ci aiuta ad afferrare meglio le cose – ha affermato il primo co-autore dello studio, Lu Yin -. Il tasso di sudorazione sulle dita può arrivare fino a pochi microlitri per centimetro quadrato al minuto. Nelle altre zone del corpo i livelli sono due o tre volte minori”.

I ricercatori sono arrivati alla conclusione che questo metodo innovativo sarà possibile produrre 300 millijoule di energia per centimetro quadrato, un passo in avanti significativo che potrebbe portare nei prossimi anni a dimenticare del tutto i cavi di alimentazione degli smartphone e non solo.

Armando Mercuri