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Rivelato il libro segreto di Facebook: cosa si può postare e cosa no

Un’indagine del quotidiano britannico The Guardian ha portato alla luce le linee guida dei moderatori di Facebook, ecco cosa si può condividere e cosa no

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Rivelato il libro segreto di Facebook: cosa si può postare e cosa no Fonte foto: weedezign / Shutterstock.com

Come Facebook gestisce i suoi (quasi) 2 miliardi di utenti è sempre stato un mistero. Da oggi però il sistema è più chiaro. Un’indagine del quotidiano The Guardian, infatti, ha mostrato gli algoritmi usati dal social per creare quella che possiamo definire “la guida” per ciò che si può postare e ciò che è vietato.

Da anni il mondo dibatte sul ruolo etico di uno dei social network più famosi e più utilizzati come Facebook. Il problema delle fake news, i post relativi a razzismo, cyberbullismo e alla pornografia. Sono questi i principali nemici per il futuro di Facebook. Fino a oggi per gli utenti non era chiaro come il social gestisse i contenuti non adatti o pericolosi. Grazie al quotidiano britannico ora sappiamo che esistono più di 100 manuali interni che danno vita a fogli di calcolo e diagrammi che permettono ai moderatori di risolvere casi di violenza, razzismo, autolesionismo, pornografia, terrorismo e bullismo.

Il revenge porn

La ricerca ha portato alla luce delle linee guida per gestire anche post sul cannibalismo o sulle partite sportive truccate. Secondo alcune fonti interne intervistate dal Guardian il problema principale è il tempo. I moderatori hanno al massimo 10 secondi per prendere una decisione che può essere di rilevanza internazionale e generare dei veri e propri casi. Il social è cresciuto talmente in fretta che è quasi impossibile tenerne il controllo. Uno dei problemi principali poi, secondo le fonti interne al social, sono i casi legati al tema del sesso. Il fenomeno più in crescita legato a questo argomento è il revenge porn, ovvero la vendetta di un’ex che posta sul social una foto hot del precedente compagno o compagna. Si tratta di un fenomeno che va gestito immediatamente e può avere degli effeti anche tragici, come già successo in varie occasioni.

Cosa non postare mai

Il ruolo più importante della censura Facebook lo deve attuare però nel campo delle notizie false. Le fake news possono fomentare l’odio e la violenza e soprattutto disinformare gli utenti. Un contenuto che verrà sempre eliminato è quello riguardante una sparatoria che coinvolge anche il presidente statunitense Trump. L’insulto alla carica politica dunque non è gradito in tutte le sue forme. Tra i contenuti che assolutamente non si possono postare ci sono anche i video di morti violente. Verranno cancellate poi tutte le foto che riportano un abuso fisico, non sessuale, e atti di bullismo minorile. Le foto dei maltrattamenti di animali possono essere condivise solo per delle campagne di sensibilizzazione. Le opere d’arte che mostrano nudità o scene di sesso esplicito sono permesse, mentre foto e video amatoriali con contenuti vietati ai minori sono quasi sempre censurati.

Gli argomenti più delicati

I video sugli aborti sono permessi, a patto che non mostrino nudità. Facebook, inoltre, non blocca i video delle persone che fanno delle dirette sul social nelle quali si feriscono intenzionalmente o si procurano del dolore. Il social ha dichiarato: “Non vogliamo censurare le persone in difficoltà, ma aiutarle”. Qualsiasi persona con più di 100mila follower è considerata come “figura pubblica”. Questo va a incidere sui diritti interni al social network. Una persona popolare ha meno protezione rispetto a un utente con meno seguaci.

Facebook e la violenza

Alcuni messaggi di violenza sono comunque sempre accettati. Questo perché Facebook ha dichiarato che spesso le persone usano la piattaforma come valvola di sfogo per alcune frustrazioni della vita quotidiana. E non sarebbe corretto censurare ogni forma di insulto, o ogni messaggio contenente della violenza. Non è chiaro però perché non si possa scrivere “Sparate a Trump” ma si può scrivere “Prendete a calci le persone con i capelli rossi” oppure “picchiate i bambini grassi”. Questo discorso vale anche per la violenza presente nei video. Qualcuno, all’interno di Facebook, ha pensato a un metodo preventivo soprattutto per minori. Ovvero segnalare alcuni contenuti, video o post, con un messaggio d’avviso. Della serie: “Attenzione, contenuto non adatto a un pubblico minorenne”. Potrebbe essere una prima soluzione.