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Attenzione, le rocce di Marte nascondono false tracce di vita

I campioni di roccia marziana sono in grado di "ingannare" la ricerca di vita su Marte: possono mostrare strutture non organiche del tutto simili a quelle biologiche.

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Marte può nascondere false tracce di vita Fonte foto: 123RF - merlin74

Perseverance sta raccogliendo i suoi primi campioni di roccia marziana, che arriveranno sulla Terra per essere finalmente analizzati soltanto nel prossimo decennio. E nel 2022 seguirà la missione ExoMars, di ESA e Roscomos, che invierà un altro rover – Rosalind Franklin – sul pianeta rosso alla ricerca di tracce biologiche.

Dopo l’allarme per il rischio di contaminazione lanciato nei giorni scorsi dai ricercatori della McGill University, arriva oggi un nuovo monito destinato agli astrobiologi che saranno investiti del compito di cercare tracce di vita su Marte.

False tracce di vita su Marte

Il nuovo studio, pubblicato sul Journal of the Geological Society, porta l’eloquente titolo “False tracce di vita su Marte: anticipare l’ambiguità” ed è firmato da due ricercatori dell’Università di Edimburgo, Sean McMahon e Julie Cosmidis.

Nella ricerca si fa un sunto dei vari processi chimico-fisici noti in grado di generare composti coerenti con l’esistenza di vita, e si ripercorrono le fasi in cui avrebbero potuto manifestarsi sulla superficie del pianeta rosso.

Le ambiguità che gli studiosi intendono anticipare riguardano le prossime missioni votate alla ricerca di vita su Marte: come si legge nello studio “è noto che la ricerca di vita su Marte possa produrre dei falsi positivi, in particolare tramite il rilevamento di oggetti, schemi e sostanze che possono sembrare prodotti di una forma di vita ma non sono affatto biogenici”.

Il rischio che le prossime importanti missioni possano incorrere in gravi errori di valutazione va assolutamente mitigato, scrivono i due scienziati. Quindi nella ricerca si passano in rassegna tutti i processi noti che potrebbero aver generato depositi di materiali apparentemente organici nelle rocce marziane: si tratta di dozzine di processi, soltanto tra quelli noti, in grado di produrre strutture del tutto simili a quelle visibili al microscopio per le forme di vita più basilari.

Un avvertimento per i futuri studi

Tali processi possono aver dato luogo, negli anni, a formazioni molecolari e pattern in grado di “imbrogliare” gli astrobiologi: “siamo già stati ingannati da processi che mimano le forme di vita in passato”, afferma la dottoressa Cosmidis, perciò il rischio che avvenga di nuovo è concreto.

Diverse volte è avvenuto che tracce non biologiche fossero scambiate per microbi fossili, sia sulle rocce della Terra sia sui meteoriti provenienti da Marte: la somiglianza delle strutture può essere abbastanza profonda da ingannare anche l’occhio più esperto.

Il nostro studio è un avvertimento per chi indagherà i processi che mimano la vita su Marte, in modo che possano non cadere ancora nelle stesse trappole del passato”, e scambiare fenomeni del tutto estranei alla vita per tracce di sostanze organiche o biogeniche.

Alcuni processi non organici presentano infatti segni del tutto simili a quelli che si trovano negli organismi viventi, e su Marte ce ne sono diversi in grado di generare ambiguità di questo tipo.

Per questo motivo, sostengono i ricercatori, “le origini di ogni esemplare di roccia marziana che somigli a un fossile saranno di certo molto ambigue”. Prima o poi un rover marziano porterà sulla Terra dei campioni di roccia che mostreranno “segni di vita”: in quel momento dovremo essere in grado di “distinguere con accuratezza eventuali fossili da queste strutture” che sembrano organiche ma che nulla hanno a che vedere con la vita.

Su Marte, in particolare, dobbiamo prestare attenzione non soltanto perché è lì che stiamo più intensamente cercando tracce biologiche, ma anche perché sul pianeta “per ogni tipo di fossile c’è almeno un processo non biologico che crea cose molto simili” ma che non sono affatto tracce biologiche.