Libero
SCIENZA

Rochette, la prima pietra marziana che arriverà sulla Terra nel 2030

La missione è sviluppata congiuntamente dalla Nasa e dall’Agenzia Spaziale Europea. Il campione è stato raccolto e sigillato e sarà spedito sul nostro pianeta con il programma Mars Sample Return.

Rochette, la prima pietra marziana che arriverà sulla Terra Fonte foto: Ansa

Nel 2030 sarà spedito sulla Terra il primo campione di roccia proveniente da Marte. Si tratta di un frammento di “Rochette”, una delle rocce nel cratere Jezero dove il rover americano Perseverance è arrivato a febbraio 2021. La preziosa pietra verrà inviata sul nostro pianeta grazie al complesso programma che stanno sviluppando congiuntamente la Nasa e l’Esa, l’Agenzia Spaziale Europea, il Mars Sample Return, la cui partenza è appunto prevista tra 9 anni. Per la prima volta sarà possibile studiare da vicino componenti della superficie marziana.

Il recupero di Rochette, la prima pietra marziana

“I’ve got it!” (L’ho preso), è il tweet scritto sull’account del rover Perseverance dopo aver avuto la conferma che il campione di roccia prelevato il primo settembre era stato messo al sicuro. I frammenti sono stati inseriti e sigillati in uno dei 43 tubi in titanio. Il risultato segna un primo passo avanti nell’ambiziosa missione internazionale che si concluderà con il trasferimento sulla Terra delle pietre provenienti da un altro pianeta. Il responsabile delle missioni scientifiche Thomas Zurbuchen ha definito l’evento “un vero momento storico”.

Il recupero del campione di roccia sul Pianeta Rosso non è stato semplice. Già ad agosto Perseverance aveva tentato di prelevare un frammento, ma la missione era fallita dopo che la pietra recuperata era misteriosamente scomparsa. In realtà il trapano usato in quell’occasione aveva di fatto polverizzato il campione. Un secondo tentativo è stato fatto il primo settembre scegliendo accuratamente il tipo di roccia da recuperare. Le condizioni d’illuminazione non ottimali non hanno però permesso di capire subito se il frammento era stato realmente catturato dal rover o meno. I tecnici della Nasa hanno perciò deciso di attendere qualche giorno prima di dare la notizia del prelevamento. Solo dopo aver ricevuto il riscontro fotografico nitido, l’agenzia spaziale americana ha annunciato che un campione, sottile come la mina di una matita, era stato recuperato dalla superficie di Marte.

Con più di 3.000 componenti, il Sampling and Caching System, il dispositivo usato per raccogliere e sigillare il campione, è il più complesso strumento meccanico mai inviato nello spazio “e siamo orgogliosi – ha commentato Larry James, direttore ad interim del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) – di vedere che il sistema funziona bene e abbia compiuto il primo passo per portare i campioni a Terra”. Perseverance, nelle prossime settimane, continuerà a perlustrare l’area intorno al cratere Jezero e tenterà di raccogliere altri frammenti marziani.

Stefania Bernardini