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SCIENZA

Quella volta che i russi arrivarono su Marte, 50 anni fa

Il 50esimo anniversario del primo atterraggio su Marte: l'incredibile missione sovietica che portò il lander Mars 3 sulla superficie del pianeta rosso

50 anni fa il primo atterraggio su Marte Fonte foto: iStock - 24K-Production

Nella lista degli oggetti che abbiamo lasciato su Marte, i primi due nomi della lista sono Mars 2 e Mars 3, incredibilmente arrivati seppur con alterne fortune sul pianeta rosso nel 1971, cinquant’anni fa.

Nel 1971 l’Unione Sovietica inviò ben due sonde robotiche ad esplorare Marte: due robot gemelli costituiti da una sonda orbitante e da un modulo di atterraggio che avrebbe dovuto esplorare la superficie marziana.
Il modulo terrestre di Mars 2 si schiantò rovinosamente sulla superficie, ma il gemello Mars 3 ebbe migliore fortuna.

La storia del lander Mars 3

Il primo modulo di atterraggio targato NASA a giungere su Marte fu Viking 1, che dopo 11 mesi di viaggio toccò la superficie marziana il 20 Luglio del 1976 e che viene ricordato come “il primo atterraggio di successo su Marte” nella storia dell’umanità. Cinque anni prima, però, ci fu un altro atterraggio di successo, troppo spesso dimenticato. Il 2 Dicembre del 1971, quando la NASA era impegnata sulla Luna con la missione Apollo 14, i Sovietici atterrarono su Marte.

Il massiccio Mars 3 – pesante quanto il gigante Perseverance oggi impegnato nell’acquisizione di campioni di roccia su Marte – atterra con successo, pronto a liberare il piccolo rover da 4 chili e mezzo che avrebbe dovuto esplorare il pianeta. Perché la NASA invii un rover su Marte bisognerà aspettare ancora 26 anni: la missione Pathfinder, con il rover Sojourner, arriverà soltanto nel 1997.

Nel Dicembre del 1971 Mars 3 dispiega i suoi sistemi, attiva le sue strumentazioni, scatta una foto e si spegne.

La missione Mars 3 dura appena 110 secondi, dal momento dell’atterraggio. Il lander sovietico riesce a funzionare per un lasso di tempo che va dai 15 ai 20 secondi, e ci lascia un’unica cosa: un’immagine grigia e priva di dettagli, proveniente da Marte.

Il sistema di atterraggio studiato dai sovietici per Mars 2 e Mars 3 è talmente innovativo “da somigliare a quello ingegnerizzato da SpaceX” per l’atterraggio dello stage one del Falcon 9 e per Starship, che si servono di un cosiddetto “retrorazzo”. Secondo Mathew Shindell, storico della scienza e curatore del National Air and Space Museum di Washington, “il fatto che Mars 3 abbia funzionato è stupefacente, considerando quel che sappiamo su quanto sia difficile far atterrare qualcosa su Marte”.

Gli albori della corsa allo spazio

Nel 1971 la NASA e con lei gli occhi del mondo intero, era apertamente concentrata sulle missioni sulla Luna che avevano già, dopo il 20 Luglio 1969, cambiato per sempre il corso della storia .
In Unione Sovietica si lavorava invece al proposito, ben più impegnativo, di inviare navi spaziali su Marte e su Venere, proposito ancora oggi al centro delle più innovative ricerche della Roscosmos.

Nel 1971 i sovietici sapevano del progetto NASA di lanciare Mariner 8 e 9, gemelli tanto quanto Mars 2 e 3, verso l’orbita di Marte. E volevano arrivare prima degli americani. L’8 Maggio 1971 fu la volta di Mariner 8, che non riuscì a lasciare la Terra; appena qualche giorno dopo, il 30 Maggio, Mariner 9 partiva con successo alla volta dell’orbita marziana.

Mars 3 fu lanciato il 28 Maggio, due giorni prima, ma Mariner 9 arrivò in orbita il 14 Novembre, appena un paio di settimane prima delle sonde sovietiche.

Gli orbiter sovietici non riuscirono quindi a battere quelli americani, ma certo è impossibile cancellare con un colpo di spugna l’incredibile missione Mars 3, che ad oggi rappresenta il primo esempio di atterraggio riuscito sulla superficie di Marte.

Mars 3 entrò nell’atmosfera marziana ad una velocità di 5,7 chilometri al secondo, riuscì a frenare e ad aprire un innovativo paracadute supersonico, e completò l’operazione atterrando con delicatezza – ammortizzando la caduta grazie alla spinta del “retrorazzo”. Aprì i suoi “petali”, così li chiama Shindell, e compì la prima indimenticabile missione sul pianeta rosso.