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SCIENZA

Satelliti fatti di funghi stanno per essere lanciati nello spazio

I tanti satelliti artificiali in orbita rappresentano un pericolo per noi e per la salute dello spazio. Per risolvere il problema, gli scienziati hanno pensato di ricorrere ai funghi.

Satelliti fatti di funghi Fonte foto: iStock

Non solo quello, annoso, della spazzatura terrestre: molto presto dovremo occuparci anche del problema della spazzatura spaziale. Secondo i dati più recenti, esistono all’incirca 6.900 satelliti artificiali in orbita, con la situazione destinata a peggiorare nei prossimi anni, quando altri “ammassi di ferraglia” saranno lanciati tra le stelle nel numero delle migliaia. Tanto che dagli oblò della ISS – ultima casa dell’umanità ora capitanata dall’italiana Samantha Cristoforetti – il paesaggio si farà decisamente più affollato, tra inevitabili collisioni, pezzi di ferraglia in stato di abbandono e detriti pericolosi.

Fortunatamente, però, i ricercatori paiono aver trovato una soluzione. E, come spesso accade, questa potrebbe davvero stupirvi. Dopo che la NASA ha scoperto dei misteriosi funghi su Marte, gli scienziati hanno infatti pensato di utilizzare lo stesso materiale per realizzare i tanto problematici satelliti. In particolare, è Max Justice, che ha lavorato per molti anni nell’industria spaziale, a stare progettando un nuovo tipo di satellite composto di fibre di micelio, vale a dire proprio il materiale organico di cui sono fatte le radici dei funghi.

Questo materiale è stato scelto da Justice perché è particolarmente resistente al calore e duro, ma allo stesso tempo incredibilmente leggero ed ecologico. Potenzialmente, con il micelio è possibile creare di tutto, dalla struttura della abitazioni ai mobili per arredarle, passando per l’appunto anche per i satelliti a popolare lo spazio, che potranno svolgere la loro utile funzione senza il timore che rilascino sostanze dannose per noi e per l’ambiente. E che brucino immediatamente con la luce del sole.

In questo modo, gli esperti credono che saranno risolti due problemi particolarmente complessi: saranno ridotti i detriti in orbita e allo stesso tempo il numero di materiali tossici presenti nella nostra atmosfera.

Per semplificare, possiamo pensare al micelio come ad un agglomerato di fibre ricco di proteine, che viene estratto dalla struttura della radice dei funghi – che crescono a loro volta in macrostrutture. Una volta fatte essiccare, le fibre di micelio sono leggere, estremamente resistenti e hanno una resistenza alla trazione paragonabile a quella della seta. Insomma, tutte le carte in regola per rappresentare una possibile risposta alla sostenibilità dello spazio.

L’operazione è in pieno corso, ed è stata avviata in collaborazione con l’azienda americana nota come Setas Mushrooms. Situata a Falling Waters, in West Virginia, è specializzata nella coltivazione e nella fornitura di funghi commestibili freschi e completamente biologici. In più, fanno crescere e forniscono blocchi di micelio da 0,45/2,25 e 4,5 kg, che in genere richiedono meno di due mesi per essere creati e possono essere coltivati ​​in qualsiasi forma richiesta. Anche quella che dovrà viaggiare tra le stelle per salvarci dai rifiuti.

Andrea Guerriero