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Per scacciare questo predatore, in Australia stanno usando un robot

Il robot suscita paura nel predatore, che preferisce scappare piuttosto che riprodursi: in Australia usano un robot per scacciare un pericoloso predatore

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Per scacciare questo predatore, in Australia usano un robot Fonte foto: iStock

Esistono due leggi in natura che si applicano a questa storia: non sempre un predatore è gigantesco – e questo piccolo squalo lo dimostra -, e le specie invasive possono causare grandi danni agli ecosistemi.

Lo sanno bene i ricercatori dell’Università dell’Australia Occidentale, che hanno trovato una soluzione all’invasione della Gambusia: un piccolo robot.

Un pericoloso predatore: la Gambusia

La Gambusia, o “mosquitofish” in inglese, è un piccolo pesce d’acqua dolce, grande 3,5 centimetri se maschio e 7 centimetri se femmina.

Non è una creatura schizzinosa: sopravvive nelle pozze d’acqua più sporche e stagnanti, e mangia qualunque cosa si trovi davanti – larve, uova di altri pesci, spazzatura. Spesso azzanna le code degli altri pesci o dei girini, lasciandoli a morire.

Nativi del Golfo del Messico, nel ventesimo secolo sono stati introdotti negli ecosistemi acquatici di tutto il mondo come mezzo di controllo per le zanzare che portavano la malaria. In alcune zone ha funzionato: in Russia, per esempio, è stata addirittura eretta una statua per la Gambusia.

In Australia però qualcosa è andato storto: la Gambusia sia è moltiplicata in modo esponenziale, ed è diventata invasiva e pericolosa per tutto l’habitat.

Un robot per risolvere la situazione

Il piccolo robot creato dai ricercatori dell’Università dell’Australia Occidentale ha le fattezze del persico trota, il predatore naturale della Gambusia.

Anche solo intravedere la forma di un persico trota spaventa le gambusie tanto da allontanarle dallo loro prede. Addirittura, le ha gettate in uno stato d’ansia tale che la loro capacità di riprodursi è calata drasticamente.

“Non c’è stato bisogno di ucciderle” ha spiegato Giovanni Polverino, autore della ricerca. “È bastato introdurre il fattore della paura nella loro vita quotidiana”.

Il robot ha installata una telecamera, che gli permette di distinguere la Gambusia dalle altre specie d’acqua dolce. I ricercatori hanno messo in un serbatoio pieno d’acqua il loro robot, sei gambusie e sei girini. Ogni volta che la gambusia si avvicinava a un girino, il robot si muoveva come per attaccare. Dopo uno studio durato 12 settimane, gli scienziati hanno scoperto che la specie invasiva era più occupata a scappare dal suo predatore che a riprodursi. Il numero di spermatozoi nei maschi era calato, e le femmine producevano uova più fragili. E anche il peso degli animali era diminuito.

Ora tutte le prede di questa specie invasiva sono più al sicuro, e in Australia erano molte: tra queste anche il Red Finned dagli occhi blu e il Ghiozzo di Edgbaston, due delle specie di pesci più a rischio estinzione in tutto il Paese.

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