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Smartphone, gli schermi del futuro fatti con l'oro

I ricercatori dell'Università di Cambridge hanno realizzato uno schermo con delle particelle in oro che permetterebbe di creare pixel ancora più piccoli

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schermo smartphone Fonte foto: Shutterstock

Gli schermi del futuro potrebbero essere fatti in oro, ma ciò non li renderà più costosi. E’ quanto credono i ricercatori dell’Università di Cambridge, nel Regno Unito, che hanno appena pubblicato una ricerca sulla rivista scientifica ScienceAdvances in cui spiegano perché l’oro potrebbe rappresentare la nuova frontiera per costruire display con pixel molto più piccoli di quelli attuali.

Alla base di tutta la ricerca ci sono le cosiddette “risonanze plasmoniche“, applicate a materiali pregiati come appunto l’oro. I ricercatori hanno dimostrato che è possibile creare pixel un milione di volte più piccoli di quelli degli smartphone e degli schermi attuali. Per realizzarli sono state usate quantità minime di oro, grazie ad un nuovo procedimento che abbatte moltissimo i costi di produzione. Ciò significa che, un giorno, questa tecnologia potrebbe essere impiegata per creare schermi molto grandi ma con un prezzo di costo più basso.

Come funzionano i display a base di oro

Per realizzare questi nuovi pixel gli scienziati hanno ricoperto con minuscole particelle di oro una superficie già riflettente. I due strati, però, sono distanziati da una minuscola intercapedine dove avviene la magia. Proiettando un fascio di luce sulla superficie riflettente, infatti, la luce resta intrappolata nel microscopico spazio prima della particella di oro. Queste particelle, inoltre, hanno un sottile rivestimento la cui struttura chimica varia in base alla corrente elettrica applicata. Cambiando la struttura chimica, però, cambia anche il colore della luce riflessa dal pixel dorato. Da qui la possibilità di realizzare schermi con milioni di colori, basati sui micropixel in oro.

Le applicazioni possibili degli schermi in oro

Il primo esperimento dei ricercatori di Cambridge è stato effettuato con una superficie riflettente di dimensioni minime. Poi è stato ripetuto con superfici via via più estese dimostrando che è possibile realizzare dei veri e propri schermi. In futuro le applicazioni pratiche di questa scoperta potrebbero andare dai classici schermi per monitor, Tv e smartphone alla cartellonistica stradale a interi edifici usati come display per proiettare informazioni o pubblicità.