Libero
SCIENZA

SpaceX, il problema più grande del viaggio spaziale è stato il bagno

La missione civile Inspiration4 si è conclusa con un grande successo. Resta un curioso interrogativo: perché è scattato l'allarme toilette a bordo?

Pubblicato:

Inspiration4 è stata una missione storica sotto ogni punto di vista: il primo viaggio spaziale in orbita compiuto da non astronauti è stato, tra le altre cose, il primo nella storia pilotato da una donna di colore ed il primo viaggio spaziale di una persona con protesi.

Una missione nata per ispirare, che ha aperto gli orizzonti non soltanto del cosiddetto turismo spaziale, ma coinvolge in senso più ampio il futuro delle missioni umane nello spazio – rendendole realisticamente accessibili alle persone “normali”.

Il grande successo di Inspiration4 presenta solo una piccolissima macchia: un curioso “affaire toilette” che sembra essere stato più fastidioso del previsto.

Il bagno con la vista più epica di sempre

La navicella Crew Dragon di SpaceX, che ha portato i 4 civili per tre giorni in orbita intorno alla Terra ad oltre 500 chilometri di distanza dalla superficie del pianeta, è elegante quanto piccola.

Si è fatto un gran parlare delle migliorie stilistiche apportate da Crew Dragon ai viaggi verso la ISS: prima dell’avvento di SpaceX i trasporti verso la Stazione Spaziale erano completamente affidati alla storica Soyuz, una sorta di autobus di linea dello spazio che vola dal 1966 e i cui “arredi” sono rimasti ancorati all’essenziale stile sovietico.

Crew Dragon è un veicolo spaziale di nuovissima generazione, tutto touch screen e bianche superfici lisce, con un design che soltanto la bellezza delle tute spaziali di SpaceX è riuscita a far passare in secondo piano.

E i bagni? Veniamo al punto: la capsula Dragon è bellissima, ma è anche piuttosto stretta. Si sviluppa infatti su un diametro massimo di 3,6 metri per un’altezza di appena 4,4 metri, e in quest’ordine di spazio può contenere fino a 7 astronauti.

Come è possibile che ci entrino anche dei bagni? Ebbene, la questione si è rivelata più spinosa del previsto: sulla Crew Dragon, il bagno è un piccolo scompartimento collocato sul cosiddetto nose cone, la “punta” della capsula.

Divisa solo da una tendina dal resto della nave, la toilette della speciale Crew Dragon preparata per Inspiration4, è probabilmente il bagno con la vista più epica di sempre: la grande cupola in vetro che ha permesso ai passeggeri di osservare la Terra e lo spazio, infatti, si trova proprio in prossimità del bagno.

Come scherzava il capitano Jared Isaacman alla vigilia della partenza, non ci sarà grande privacy ma “quando le persone inevitabilmente useranno la toilette, avranno una vista incredibile”.

Allarme toilette

Inspiration4 è stata una missione di indiscutibile successo: partiti da Cape Canaveral lo scorso 15 Settembre, i 4 non astronauti capitanati da Isaacman sono rientrati sulla Terra come previsto, dopo tre giorni in orbita, senza alcun problema.

Almeno era quel che si pensava fino all’ennesimo criptico tweet di Elon Musk, seguito dall’intervista rilasciata alla CBS da Scott Poteet, uno dei supervisori di terra della missione.

Mentre Musk scherzava sull’eventualità di “prestare maggiore attenzione alla toilette”, Poteet ha confermato che sulla Crew Dragon è scattato un allarme che riguardava “il sistema di gestione dei rifiuti organici”.

In pratica, ci sarebbe stato un problema al sistema di aspirazione, che come si immagina facilmente è al centro del funzionamento di ogni toilette spaziale. I 4 non astronauti di SpaceX hanno quindi rischiato di essere sommersi dai propri “rifiuti”? SpaceX non è scesa nel dettaglio, ed il capitano Isaacman ha confermato che non ci sono stati problemi del genere, nonostante l’allarme.

L’eventualità che possano accadere incidenti simili sembra preoccupare non poco gli addetti ai lavori, che oggi sembrano fare affidamento sempre più spesso ai mezzi di SpaceX per il trasporto di persone nello spazio.

Come afferma Benji Reed, a capo dei programmi per le missioni spaziali umane di SpaceX, durante la missione “ci sono stati un paio di problemi da risolvere, abbiamo lavorato sul sistema di gestione dei rifiuti, ma la cosa ha funzionato perfettamente e la crew è stata felice”.

Nessun problema serio quindi per la missione spaziale dei record, che lascia ai posteri la sentenza: “non si scende a compromessi sugli aspetti psicologici di una missione”, dice Isaacman. A partire dalla toilette.