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SCIENZA

Il tessuto ispirato alla natura che può guarire le ferite in pochi secondi

Gli scienziati del MIT hanno creato un nuovo tessuto adesivo: ispirato alla natura, è capace di curare le ferite in 30 secondi

Creato il tessuto che cura le ferite Fonte foto: iStock - Gerald Corsi

Gli ingegneri del Massachusetts Institute of Technology di Cambridge potrebbero aver trovato un modo geniale per trattare le ferite causate da eventi traumatici.
La scoperta, appena resa nota, viene dallo studio dei cirripedi, piccolissimi crostacei che aderiscono alle rocce grazie ad uno speciale adesivo naturale, che gli scienziati sono riusciti a riprodurre con successo.

La soluzione ispirata dalla natura

Trovare dei modi più efficienti per contrastare il sanguinamento delle ferite è una sfida aperta da anni, in ambito medico. Secondo Xuanhe Zhao, tra gli autori dello studio, si tratta di un problema che non è stato ancora trattato in maniera adeguata.

L’applicazione dei punti di sutura che si usano abitualmente per sigillare le ferite è infatti un’operazione piuttosto lunga, impossibile da mettere in atto dai primi soccorritori in una situazione di emergenza.

Negli ultimi anni sono stati studiati dei materiali chiamati “agenti emostatici” in grado di arrestare il sanguinamento, ma anche questi richiedono diversi minuti – una volta applicati – per interrompere effettivamente il sanguinamento.

Il laboratorio di Zhao si occupa della questione da anni: nel 2019 inventò un tessuto a doppia faccia capace di chiudere le ferite, ispirato al materiale appiccicoso prodotto dai ragni per catturare le prede.

Per la nuova colla-tessuto, del tipo di quella che i chirurghi chiamano anche “tessuto adesivo” o “punti di sutura liquidi”, l’ispirazione viene ancora dal mondo della natura.

In particolare, ad attirare l’attenzione degli scienziati del MIT sono stati stavolta i cirripedi, piccolissimi molluschi che sono soliti ancorarsi a rocce, chiglie di navi e anche balene.

La capacità di restare incollati a superfici del genere, bagnate e spesso sporche, è proprio quello che ci vuole per risolvere una volta per tutte la questione delle suture istantanee.

Il problema, con i tessuti adesivi testati sino ad ora, è appunto nella difficoltà di aderire bene a superfici del genere. Come sostiene Hyunwoo Yuk, co-autore della ricerca, “per chiudere una ferita aperta devi lottare non soltanto contro il bagnato ma anche contro la contaminazione del sangue che viene perso”.

I cirripedi, secondo gli autori dello studio, “fanno esattamente la stessa cosa che facciamo noi quando trattiamo un tessuto sanguinante”.

Il tessuto che cura le ferite

L’analisi della sostanza prodotta dai cirripedi per incollarsi ai propri ospiti ha rivelato una composizione unica nel suo genere. Le molecole di proteine “appiccicose” che consentono ai piccoli molluschi di restare ancorati alle rocce sono sospese in un olio capace di respingere ogni agente contaminante trovato sulla superficie.

Il team di ricerca ha così deciso di tentare di imitare la sostanza secreta dai cirripedi, adattando uno speciale composto adesivo organico precedentemente ideato: il composto è stato congelato, frantumato in microparticelle e successivamente messo in sospensione in un olio di silicone per uso medico.

Applicato ad una superficie simile ad un tessuto sanguinante, l’olio contenuto nel tessuto adesivo respinge effettivamente sangue ed impurità presenti in superficie, consentendo così alle microparticelle adesive di agire nel migliore dei modi.

Esperimenti in laboratorio hanno dimostrato che sono sufficienti tra i 15 ed i 30 secondi perché il nuovo composto sigilli efficacemente una ferita. Un altro aspetto particolare del nuovo ritrovato è la sua composizione: trattandosi di una sorta di pasta, il nuovo tessuto adesivo può essere applicato senza problemi anche su superfici particolarmente irregolari o accidentate.

I test dimostrano che la sutura rimane integra per diverse settimane, dando ai tessuti tutto il tempo necessario per rigenerarsi e guarire. La speciale colla-tessuto si riassorbe da sola nel giro di qualche mese, ma può anche essere rimossa prima grazie all’azione di uno specifico diluente.

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