Libero
TECH NEWS

TikTok assume personale: vuole produrre chip

ByteDance, proprietaria del social TikTok, ha pubblicato un annuncio: cercasi ingegneri elettronici e informatici.

tiktok influencer Fonte foto: Natee Meepian - stock.adobe.com

Dopo i ban dell’ex presidente americano Donald Trump nei confronti di Huawei e molte altre aziende cinesi dell’elettronica, non ancora rimossi dal successore Joe Biden, la Cina fatica a trovare produttori affidabili di chip di ogni tipo: dalle CPU alle GPU, passando per i SoC per smartphone. La soluzione del Governo cinese è chiara: produrre tutto in casa. Tra i giganti locali che avrebbero aderito all’appello statale ci sarebbe anche ByteDance, proprietaria del noto social network Tiktok.

ByteDance, in particolare, si starebbe organizzando per produrre processori per server con architettura ARM, la stessa usata sugli smartphone e sui recenti processori Apple Silicon M1 dei nuovi MacBook. La notizia, non è ufficiale, ma molto credibile perché l’azienda ha effettivamente bisogno di crescere con l’hardware man mano che cresce la sua piattaforma TikTok e, soprattutto, perché ha pubblicato degli annunci di lavoro inequivocabilmente legati alla produzione di semiconduttori: ingegneri elettronici, ingegneri del software e altre figure simili. I giganti della tecnologia cinesi, quindi, stanno intensificando gli sforzi per progettare e costruire i propri chip e ridurre la propria dipendenza da produttori stranieri come Qualcomm e Nvidia.

La Cina all’inseguimento

La Cina è oggi il più grande compratore di semiconduttori al mondo, perché la sua capacità di produrre chip altamente sofisticati è nettamente inferiore rispetto a quella di Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud.

Secondo la società di ricerca ICInsights, dei circa 143 miliardi di dollari di chip venduti in Cina nel 2020, solo 22,7 miliardi sono stati prodotti in Cina e solo 8,3 miliardi sono stati prodotti da società cinesi. Per questo, oltre a Huawei e ByteDance, molte altre aziende tecnologiche cinesi si stanno dando da fare per aumentare la propria produzione di chip o per iniziarne una da zero.

Un altro esempio è Baidu, la Google cinese, che ha appena rastrellato 2 miliardi di dollari di finanziamento per costruire le linee di produzione dei suoi chip AI Kunlun per l’intelligenza artificiale. Baidu starebbe anche pensando di rendere autonoma il ramo d’azienda che produrrà i processori, per metterla al riparo da eventuali ritorsioni americane (esattamente come ha già fatto Huawei vendendo Honor).

Un altro gigante cinese, Alibaba Group famosissimo per il suo enorme e-commerce, già a fine 2019 ha presentato una linea di chip per l’intelligenza artificiale.

Cosa manca ai cinesi

Per quanto possano sforzarsi di diventare autonomi nel campo dei semiconduttori, però, i cinesi hanno un grosso limite: il processo produttivo. Cioè i famosi nanometri (o “nm“, come si legge spesso) che caratterizzano le dimensioni finali di un chip: più raffinato (e quindi “con meno nm“) è il processo produttivo, più si possono fare processori piccoli e che consumano meno.

I leader dei macchinari per produrre semiconduttori, e quindi i leader dei processi produttivi dei chip, sono però gli americani. La Cina non può più comprare macchinari del genere in America e dovrà farseli in casa e ciò, nella pratica, vuol dire che la Cina dovrà recuperare prima possibile un ritardo di diversi anni nel settore dei macchinari.

Cosa che, sperano gli americani, si tradurrà in un conseguente ritardo nel settore dei processori.

TAG: