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SCIENZA

Trovato un buco nero nascosto in un ammasso stellare

È stato osservato grazie al Very Large Telescope dell’Osservatorio Europeo Meridionale (Vlt – Eso). È la prima volta che se ne scopre uno fuori dalla Via Lattea.

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Trovato un buco nero nascosto in un ammasso stellare Fonte foto: 123rf

Un buco nero è stato scoperto in un ammasso stellare. Si tratta di un caso unico individuato fuori dalla Via Lattea. A individuarlo è stato un team internazionale guidato da Sara Saracino dell’università di Liverpool John Moores a cui ha partecipato anche l’Osservatorio Astronomico di Palermo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). I risultati dello studio sono in pubblicazione su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. L’analisi ha permesso di identificare un buco nero, con una massa di 11 volte quella del Sole, all’interno dell’ammasso stellare NGC 1850.

Come è stato scoperto il buco nero nell’ammasso stellare

Il buco nero è stato individuato grazie al Very Large Telescope dell’Osservatorio Europeo Meridionale (Vlt – Eso). “Un po’ come Sherlock Holmes alla caccia di un criminale cercandone i passi falsi, abbiamo osservato ogni singola stella in questo ammasso con una lente d’ingrandimento per cercare prove della presenza di buchi neri senza vederli direttamente”, ha raccontato Saracino. Il lavoro ha permesso di verificare che un buco nero, nell’ammasso stellare NGC 1850, altera l’orbita di una grande stella che le si trova vicino.

Cosa aspettarsi dall’osservazione dei buchi neri

Fino a poco tempo fa, osservare i buchi neri era impossibile o comunque molto difficile. Solo negli ultimi anni si è riusciti a farlo con certezza riconoscendone le emissioni di raggi X che avvengono in alcune fasi oppure dalle onde gravitazionali prodotte quando i buchi neri si fondono tra loro o inglobano una stella di neutroni. Il nuovo metodo della squadra di Saracino apre nuovi orizzonti sull’osservazione dei buchi neri.

Per il riconoscimento degli effetti dei buchi neri sull’orbita delle stelle vicine sono stati raccolti dati per circa 2 anni con l’utilizzo dello strumento Muse (Multi Unit Spectroscopic Explorer) installato sul telescopio Vlt nel deserto cileno di Atacama. Dall’osservazione della luce in ogni singola stella nelle vicinanze, si sono ottenute informazioni su migliaia di stelle fino alla scoperta del buco nero.

I “black holes” sono ancora un grande rebus e tanti sono gli studi su come si formano e quali conseguenze hanno nel cosmo. Recentemente è stata scoperta una tempesta di buchi neri che ha sconvolto la galassia, mentre si è anche individuato che possono scatenare tsunami galattici.

Stefania Bernardini