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Twitter: tolleranza zero contro gli hater

Elon Musk riscrive le policy anti odio di Twitter e stringe le maglie contro gli odiatori di professione promettendo però di preservare, ironia, sarcasmo e battute tra amici

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Nuove policy anti odio di Twitter Fonte foto: Sergei Elagin/Shutterstock

La violenza verbale espressa sui social è una delle piaghe dell’ultimo decennio più complesse da eliminare. Le promesse fatte da Elon Musk, qualche mese fa, sull’adozione di una tolleranza zero nei confronti degli hater, gli odiatori dei social che aggrediscono verbalmente con tweet tossici gli utenti, iniziano a prendere corpo. Questa presa di posizione si traduce in un documento contenente le nuove policy anti-odio, saranno applicate contro gli utenti ritenuti responsabili di aver scritto parole violente o fomentato azioni crudeli. Questi hater verranno messi alla porta da parte del social nel giro di pochissimo tempo.

Vietati i commenti violenti su Twitter

I moderatori umani coinvolti nel processo di lettura e valutazione dei contenuti da eliminare, perché considerati violenti, non bastano mai e in più sono anche costosi. In aiuto è arrivata l’Intelligenza Artificiale che dovrebbe snellire il processo di valutazione dei tweet ritenuti offensivi e violenti.

Come viene specificato nelle nuove linee guida sarà adottata una linea di moderazione molto precisa che distinguerà quei contenuti che incitano alla violenza, da quei tweet che invece esprimono modi di dire, sarcasmo e ironia.

Infatti, nel documento di Twitter che presenta le nuove policy anti-odio viene scritto chiaramente che saranno distinte le figure retoriche dai reali abusi verbali: “Sono ammesse espressioni di violenza quando non c’è un chiaro contesto di abuso, come ad esempio (ma non solo) discorsi iperbolici e consensuali tra amici o discussioni su videogiochi ed eventi sportivi. Consentiamo anche alcuni casi di figure retoriche, satira o espressione artistica quando il contesto è l’espressione di un punto di vista piuttosto che l’istigazione alla violenza o al danno“.

Tutto il nocciolo della questione sta nel fatto che la censura tramite AI è sempre eccessiva, perché si basa sul riconoscimento automatico di alcune parole. Così, per quando l’AI è troppo zelante e tarata male, l’espressione “questa cosa mi fa morire dalle risate” potrebbe essere valutata in modo analogo a quella “devi morire“. Non saranno mai tollerati, quindi, commenti che contengono:

  • Minacce: non sono tollerate parole che riguardano l’infliggere danni fisici o sessuali, minacce di morte o più in generale di fare del male. In questa sfera sono incluse minacce a beni materiali e alla proprietà in genere
  • Auspici di morte: non si possono esprimere nei commenti desideri orientati al male altrui, quindi anche sperare che possa accadere qualcosa di male a un’altra persona. Sono vietati auspici di morte, malattie, incidenti ecc
  • Incitamento alla violenza: non si possono scrivere incitamenti alla violenza o a commettere violenza e danni verso altri o verso se stessi. In questa ambito sono inclusi anche l’incitamento a commettere crimini contro l’umanità, i crimini di guerra o il genocidio. Ciò include anche l’uso di un linguaggio in codice.
    Vietato l’elogio della violenza
  • Non è consentito glorificare, elogiare o celebrare atti di violenza in cui si è verificato un danno, così come è vietato ringraziare qualcuno per aver commesso abusi ai danni di persone, animali o cose

Cosa succede a chi viola le policy di Twitter

La “pena” prevista per quanti incapperanno nelle maglie della nuova policy di Twitter anti odiatori sono il ban, cioè la sospensione permanente di qualsiasi account. Cioè, questa regola vale anche per gli account a pagamento, aziendali, di politici e VIP di ogni tipo: non si salverà nessuno.

Se la violazione è meno grave, è previsto un ban temporaneo, che sospende per ore o giorni un account. Ma da quel momento in poi l’utente risulterà un sorvegliato speciale e se dopo l’avvertimento continuerà a pubblicare commenti che violano le policy di Twitter anti odio si ritroverà con la sospensione permanente dell’account.

Anche in questi casi però viene fatta una importante distinzione come specificato nelle policy: “Riconosciamo inoltre che le conversazioni riguardanti alcuni individui accusati in modo credibile di gravi violenze possono suscitare indignazione e un discorso violento associato. In questi casi limitati, possiamo adottare misure meno punitive“.