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Twitter vieta la pubblicità politica

Twitter mette al bando gli annunci pubblicitari a tema politico. Una decisione storica e che potrebbe portare a grossi cambiamenti

twitter Fonte foto: Sattalat phukkum / Shutterstock.com

Stop alla propaganda a pagamento su Twitter: entro fine novembre non sarà possibile sponsorizzare un post con contenuti politici sul social a livello globale. Lo ha annunciato, con una lunga serie di tweet, Jack Dorsey, fondatore e CEO di Twitter.

Il ban, come ha successivamente spiegato Vijaya Gadde (a capo dell’ufficio legale di Twitter) riguarderà i messaggi pubblicitari che si riferiscono ad una tornata elettorale, ad un candidato o che promuovono o criticano un tema politico di importanza nazionale. Come, ad esempio, i cambiamenti climatici, la salute pubblica, l’immigrazione, la sicurezza nazionale e le tasse. Inizialmente Twitter aveva considerato l’ipotesi di bloccare solo gli annunci pubblicitari dei candidati alle elezioni, ma il ban sarebbe stato troppo facile da aggirare.

Twitter vieta la pubblicità politica: ecco perché

Dorsey ha spiegato dettagliatamente il perché di questa decisione: “Un messaggio politico si diffonde quando le persone decidono di seguire l’account o di fare il retweet. Pagare per la diffusione scavalca queste decisioni degli utenti, forzando gli utenti a vedere annunci politizi altamente ottimizzati e targettizzati. Noi crediamo che la decisione di vedere un messaggio non debba essere influenzata dai soldi“. Poi Dorsey precisa che la pubblicità per i messaggi politici “porta gravi rischi alla politica, perché può essere utilizzata per influenzare il voto e influire sulle vite di milioni di persone“.

Le critiche a Twitter

Poco dopo l’annuncio del ban alla comunicazione politica a pagamento, Twitter ha perso in borsa il 2% del suo valore. Le reazioni degli utenti a questa decisione sono contrastanti: molti ritengono che sia una cosa giusta, soprattutto nell’ottica di mettere un freno al recente boom delle fake news politiche che proprio sui social trovano l’amplificatore ideale. Altri ritengono che il ban sia troppo stretto: vietare la sponsorizzazione di messaggi sui diritti civili, il global warming e temi simili potrebbe limitare di molto il pubblico raggiunto da storiche associazioni di tutela dei diritti o dell’ambiente.

Le varie Greenpeace, WWF e simili, ad esempio, da fine novembre non potranno più sponsorizzare praticamente nessuno dei loro tweet. C’è poi chi vede in questa scelta una mossa completamente politica: Brad Parscale, responsabile per la campagna elettorale 2020 di Donald Trump, ha commentato senza mezzi termini dicendo che “Twitter che vieta gli annunci pubblicitari politici è un altro tentativo della sinistra di mettere a tacere Trump e i Conservatori. Non resterei sorpreso se Twitter sospendesse il ban dopo il 2020“.

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