Virus Facebook, il ricatto dei ransomware viaggia via chat. Video
Il crypto locker arriva sotto forma di immagine JPEG da contatti dei due social network e, appena scaricato, finisce con il bloccare il computer chiedendo un riscatto in cambio dei file
In Rete l’hanno già ribattezzato Imagegate: lo scandalo dell’immagine. E anche se a molti potrà sembrare un appellativo un po’ troppo pesante o “spinto" si dovrà presto ricredere: gli utenti vittime dello scandalo sono già migliaia e il problema sembra non trovare soluzione.
Come ravvisato da Check Point, software house specializzata nel settore della sicurezza informatica, un gruppo di hacker sta sfruttando una falla non meglio specificata per far viaggiare su Facebook e LinkedIn (ma anche altre piattaforme social) una versione più aggressiva di Locky Ransomware. Travestito da immagine JPEG (da qui l’appellativo di imagegate), il malware si è diffuso a macchia d’olio, tanto da aver attirato le attenzioni di diversi esperti di sicurezza informatica. A oggi, fa sapere la casa sviluppatrice israeliana, né Facebook né LinkedIn sono state in grado di sistemare il problema e, potenzialmente, tutti gli iscritti sono in pericolo.
Non aprite quella foto
Come ravvisato da Check Point, gli hacker sfruttano una falla piuttosto particolare delle due piattaforme social. I pirati informatici, infatti, hanno scoperto che è possibile “iniettare" di codice malevolo un’immagine e costringere, di fatto, gli utenti a scaricarla. Una volta salvata la foto sul proprio hard disk si è a un passo dal baratro crittografico: aprendo l’immagine si eseguirebbe in automatico CryptoLocker, una particolare “mutazione" di ransomware che crittografa tutti i dati presenti all’interno del disco rigido. Nel caso in cui si vogliano avere indietro i propri file si dovranno pagare 0,5 Bitcoin, circa 350 euro al cambio corrente. Il consiglio, dunque, è di non aprire alcuna immagine ricevuta via chat, anche se il mittente fosse il nostro miglior amico.
Sempre più social
Per gli analisti di Check Point, l’ImageGate potrebbe essere solamente il primo di una lunga serie di attacchi ransomware condotti sui social. Il perché è presto detto: i diversi miliardi di utenti che popolano questa porzione della Rete, infatti, li considerano in qualche maniera impenetrabili a virus e malware vari: una sorta di oasi spensierata, insomma, dove trascorrere del tempo in tranquillità. La realtà è ben altra, però, e l’ImageGate ce lo dimostra nuovamente se ancora ce ne fosse bisogno. Insomma, da oggi in avanti bisognerà porre sempre più attenzione alla nostra navigazione sui social: gli hacker ci “spiano" e sono pronti a colpirci.
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(video in apertura tratto da YouTube)
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