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Wi-Fi sempre più veloce grazie alla nuova tecnologia

Wi-FI 6E è il nuovo standard sviluppato dalla Wi-Fi Alliance. Arriverà in Europa nei prossimi mesi e verrà usato soprattutto nella realtà aumentata

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wi fi 6 Fonte foto: Shutterstock

In principio era il Wi-Fi a 2,4 GHz, poi è arrivato quello a 5 GHz e, a breve, arriverà anche il Wi-Fi a 6 GHz. La Wi-Fi Alliance, nel suo incessante tentativo di posizionare il Wi-Fi come alternativa credibile al 5G almeno nelle aree fortemente urbanizzate, ha infatti annunciato l’arrivo delle nuove frequenze, che saranno utilizzate dalle apparecchiature compatibili con il nuovo standard Wi-Fi 6E.

Si inizia, come al solito, dagli Stati Uniti mentre in Europa e Asia il nuovo Wi-Fi arriverà solo in seguito. Il motivo è semplice: per usare nuove frequenze radio, senza causare interferenze con altre apparecchiature, è necessaria un’autorizzazione da parte degli enti pubblici competenti in materia di radiofrequenze. E, in Europa, questo vuol dire che prima arriverà un pronunciamento ufficiale da parte della UE e poi i singoli Stati membri si adegueranno. Le potenzialità del Wi-Fi 6E a 6 GHz, però, sono davvero molto interessanti soprattutto in campi di applicazione specifici come quello della realtà aumentata.

Wi-Fi 6E: cosa cambia con i 6 GHz

Nella pratica il nuovo standard Wi-Fi 6E avrà 14 nuovi canali da 80 MHz e 7 nuovi canali da 160 MHZ, tutti nella banda dei 6 GHz. Si tratta di canali aggiuntivi: i precedenti canali nelle frequenze dei 2,4 e dei 5 GHz restano e possono ancora essere utilizzati. Le nuove frequenze da 6 GHz possono trasportare più dati contemporaneamente, ma ad una distanza minore e con una capacità di oltrepassare i muri inferiore rispetto alle frequenze a 5 GHz e, soprattutto 2,4 GHz. Parlando di numeri: se il Wi-Fi a 5 GHz arriva ad una banda dati massima teorica di 3,5 Gbps, il Wi-Fi 6E a 6 GHz tocca i 9,6 Gbps.

Wi-Fi 6E: spazio alla realtà aumentata

Secondo la stessa Wi-Fi Alliance il primo ambito in cui il Wi-Fi 6E farà la differenza rispetto al passato sarà quello della realtà aumentata. Ed è facile intuire il perché: la maggior parte delle applicazioni di questo tipo richiedono una grande capacità di trasferire dati ma, allo stesso tempo, prevedono che l’utente si trovi molto vicino ai dispositivi che trasmettono il segnale. Pensiamo, ad esempio, alla realtà aumentata nei musei, o nei pressi di famose opere architettoniche. In casi del genere i benefici in termini di prestazioni derivanti dall’uso dei 6 GHz non saranno inficiati dalla scarsa capacità dei dispositivi Wi-Fi 6E di attraversare grossi muri o di raggiungere device troppo lontani.