Xiaomi, Oppo e Vivo interessate ad HarmonyOS di Huawei
Huawei, Xiaomi, Oppo e Vivo potrebbero tutte usare il sistema operativo HarmonyOS sui propri smartphone venduti in Cina, si tratterebbe di un duro colpo per Android di Google.

Dopo il periodo nero legato alle sanzioni per mano degli Stati Uniti e al blocco delle esportazioni, Huawei punta in alto con HarmonyOS. E, secondo i primi rumor, l’operazione potrebbe avere tutte le carte in regola per il successo visto che già Xiaomi, Oppo e Vivo si sarebbero mostrate interessate a usare il sistema operativo mobile di Huawei nei propri dispositivi.
L’idea di rimpiazzare il robottino di Google è sicuramente una battaglia degna di un’epopea ma, a quanto sembra, Huawei non teme l’impresa. L’idea di espandere il proprio dominio, mettendo un piede anche nei device dei competitor in terra di Cina, non sarebbe tra le più remote e per un buon motivo: chi ha già ridotto ai minimi termini l’ingombrante presenza di Big G nelle edizioni cinesi dei propri smartphone, come accaduto appunto a Xiaomi, Oppo e Vivo, avrebbe tutte le intenzioni di integrare sui futuri prodotti un OS come quello realizzato dal colosso di Shenzhen. Ma per HarmonyOS potrebbe essere troppo presto per cantare vittoria: prima di fare il grande passo bisognerà passare per alcune importanti revisioni.
Huawei, sotto HarmonyOS c’è ancora Android?
Huawei ha già ammesso che HarmonyOS 2.0 Beta, l’ultima realizzata dall’azienda, non sarà la versione definitiva. Secondo le opinioni di chi ha avuto l’opportunità di testarla con i propri occhi, la proposta cinese ricalcherebbe un po’ troppo quella originale, differenziandosi esclusivamente per alcuni dettagli di relativa importanza. Sotto la superficie, dunque, batterebbe ancora il cuore del robot.
Sebbene la somiglianza tra i due sistemi operativo possa rappresentare un vantaggio per gli sviluppatori, ciò andrebbe ad allontanarsi in maniera netta da quanto sostenuto dalla casa produttrice. Parlando di Harmony, si è sempre fatto riferimento a un’esperienza di utilizzo completamente rivoluzionata rispetto all’idea di Google, promessa che – stando così le cose – non verrebbe rispettata completamente.
HarmonyOS, più compatibilità con i processori
L’altro scoglio da superare è quello del processore. Attualmente, il sistema operativo risulta ottimizzato per lavorare spalla a spalla con i chip HiSilicon Kirin; non si tratta, in ogni caso, di una scelta fuori dal coro. Anche Android presenta delle caratteristiche mirate per la medesima tipologia di componenti prodotta da Qualcomm e MediaTek; si tratta di specifiche indispensabili per funzionare in maniera corretta e performante su questo tipo di dispositivi.
La questione non rappresenterebbe un ostacolo insormontabile: Huawei sarebbe già al lavoro per poter offrire al più presto lo stesso grado di compatibilità, in modo da poter andare oltre i flagship realizzati dall’azienda e ampliare il ventaglio dei telefonini su cui poter installare la propria alternativa. E, una volta completata la missione, l’interesse dei competitor potrebbe davvero salire vertiginosamente, tanto da far rischiare a Google di perdere anche l’ultimo sostanziale barlume di presenza sul mercato cinese tramite Android.