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PMI E INDUSTRIA 4.0

Cybersecurity, spesa delle PMI italiane insufficiente

Una recente ricerca di Accenture Security e dell’Oxford Economics ha evidenziato come le piccole e medie imprese italiane investano male sulla sicurezza

Cybersecurity, spesa delle PMI italiane insufficiente Fonte foto: Shutterstock

L’Italia è fuori dalla top 10 delle nazioni che investono meglio sulla sicurezza informatica a livello business. Questo significa che le nostre aziende, in maniera particolare le PMI, stanno investendo male i loro capitali in un momento cruciale. Abbagliate dai vantaggi dell’Industria 4.0 non stanno considerando i rischi relativi.

Nel nostro Paese molti imprenditori hanno pagato, nell’ultimo anno, almeno una volta il riscatto in seguito a un attacco ransomware. Non è un caso che in Italia ultimamente sia stato il Governo stesso a pensare a un piano di finanziamenti legati al tema dell’Industria 4.0 e della sicurezza informatica per facilitare l’avvicinamento delle PMI  a questi due temi delicati. Nell’indice di sicurezza aziendale, stilato da Accenture Security e da Oxford Economics, l’Italia è risultata solo undicesima. Mentre la nazione con il tasso di cybersecurity più elevato è il Regno Unito.

PMI italiane e cybersecurity

“Il problema – spiega Giorgio Mosca, presidente Steering Committee Cybersecurity di Confindustria Digitale – è che un piano di finanziamenti non basta. Le industrie italiane stanno sì scommettendo sulle nuove tecnologie, ma al tempo stesso dimenticano di realizzare un piano adeguato e lungimirante sulla sicurezza e soprattutto non assumo le figure professionali necessarie”. Non è un caso che un evento globale come WannaCry abbia spaventato molti imprenditori del Bel Paese. E paradossalmente attacchi del genere sono serviti per dare una scossa a un settore che credeva ingiustificatamente di essere immune dagli attacchi hacker. E in maniera particolare a molte PMI serve un’importante presa di coscienza del tema. Una recente indagine dell’Osservatorio Information Security&Privacy del Politecnico di Milano, infatti, ha sottolineato che il mercato delle soluzioni di information security ha raggiunto in Italia, nel solo 2016, un giro d’affari di 972 milioni. In pratica il +5% rispetto al 2015. Detta così può sembrare una buona notizia, invece a spendere sono per il 74% le grandi imprese. Questo significa che alle PMI resta solo un 26%: poco più di 250 milioni. In pratica le piccole e medie imprese ancora non hanno capito i rischi nel restare attardati nel campo della cybersecurity.

I principali fattori di rischio

Dalla ricerca Accenture emerge come in Italia le PMI spesso e volentieri manchino delle difese elementari in campo di sicurezza. Partendo proprio dalla formazione del personale. Non a caso la maggior parte degli attacchi avviene a causa di un dipendente che apre un’email infetta o che clicca su un link con un codice maligno incorporato.