SCIENZA

Un suono emerge dalle viscere della Terra: si indaga sul "canto" dei vulcani

Gli scienziati hanno analizzato il suono che viene prodotto dai vulcani in condizioni specifiche, e pensano di poterlo usare come campanello d'allarme

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Fonte: 123RF

A volte le scoperte scientifiche ci capitano tra le mani, inaspettate, e i ricercatori devono mettersi a studiare perché quella determinata cosa è successa. Altre volte invece una scoperta scientifica è frutto dell’analisi e dello studio di fenomeni che a noi non sarebbe mai venuto in mente di approdondire: è quello che è successo con il canto dei vulcani.

Una strana scoperta

Tutto inizia nelle Hawaii: nel nostro immaginario sono isole dalla sabbia bianca e circondate da un mare azzurro, simbolo della pace e della tranquillità. Ma in realtà nelle Hawaii ci sono sei vulcani, anche se non tutti sono stati attivi nel recente passato. Il più giovane e il più attivo è il Kilauea, che nel 2008 ha iniziato a eruttare. Come spesso succede in questi casi, sulla cima della montagna si è formato un lago di lava, attivo. Man mano che questo cratere si riempiva, pezzi di roccia giganteschi vi cadevano dentro: davvero enormi, delle dimensioni di un autobus.

A Leif Karlstrom, professore di Vulcanologia all’Università dell’Oregon, negli Stati Uniti, è venuto in mente di registrare il suono che facevano queste rocce cadendo nella lava. Si è fatto aiutare dal suo dottorando Josh Crozier, e insieme hanno analizzato centinaia di ore di registrato. Queste rocce gigantesche infatti sono precipitate nel cratere del vulcano più volte alla settimana per dieci anni. I ricercatori hanno usato degli strumenti chiamati sismografi, che sono stati posizionati intorno al cratere per registrare le vibrazioni a bassa frequenza.

E a questo punto, l’idea geniale: cosa succederebbe se accelerassimo le registrazioni? A domanda interessante, risposta interessante: i vulcani emettevano una sorta di musica.

Cosa ci dice la musica dei vulcani

Questa non è una scoperta fine a se stessa: il suono emesso dai vulcani può dirci molto sul futuro delle eruzioni, e su quali saranno particolarmente violente. Infatti questa “musica” rivela dettagli importanti sulla composizione della roccia fusa nelle profondità del vulcano.

Secondo Karlstrom, il tipo di suono dipende dal numero di bolle di gas presenti nella lava e nella roccia che si fonde. È un esperimento che si può replicare a casa, facendo suonare con un cucchiaino un bicchiere di acqua naturale e uno di acqua gasata.

E le bolle d’aria sono anche il motore principale di un’eruzione vulcanica. In base al suono che un vulcano emette possiamo capire quante bolle contenga, e quindi quanto una sua futura eruzione abbia il potenziale per diventare molto violenta. Uno strumento che quindi sarebbe stato utile nel Permiano, quando ci fu un’estinzione molto violenta, i cui primi indiziati continuano a essere i vulcani e le loro eruzioni.

Non succede sempre, e non tutti i vulcani producono la loro musica, ma si tratta comunque di uno strumento importante. In questo momento gli esperti, gli scienziati e i vulcanologi stanno cercando di sviluppare tecniche che permettano loro di dare un’occhiata al sistema idraulico di un vulcano durante un’eruzione, o nei momenti prima. Tutto questo serve per prevedere i rischi. Un altro strumento importante che i ricercatori stanno testando per prevedere future eruzioni particolarmente violente è questo supercomputer in grado di anticipare il futuro.

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