SICUREZZA INFORMATICA

Telegram dichiara guerra alla cybercriminalità: chiusi due canali illegali

Telegram ha chiuso due canali identificati come dei mercati neri digitali, dove gli utenti da tutto il mondo potevano acquistare materiali e servizi illegali

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Fonte: JarTee / Shutterstock.com

Telegram ha dichiarato ufficialmente guerra alle attività illecite sulla piattaforma e, di recente, ha chiuso due canali di notevoli dimensioni: Xinbi Guarantee e Huione Guarantee, identificati come veri e propri mercati neri digitali per la compravendita di una vasta gamma di materiali illegali.

I due mercati in questione, rappresentavano un business milionario, con decine e decine di transazioni effettuate per beni e servizi differenti. Si parla di un affare di circa 35 miliari di dollari, tolto dalle mani dei cybercriminali.

Cosa sappiamo dei due canali chiusi

Le attività illecite all’interno di Xinbi Guarantee e Huione Guarantee includevano la vendita di dati rubati, servizi di riciclaggio di criptovalute e apparecchiature di telecomunicazione pirata. Un volume d’affari, come già detto, gigantesco che è arrivato, addirittura, a superare quello dei market legali.

Entrambi i canali operavano in lingua cinese e, subito dopo la chiusura imposta da Telegram, sono stati essi stessi a sottolineare la cessazione di ogni sua attività.

Secondo gli esperti di sicurezza informatica, questa operazione rappresenta un duro colpo per il mondo dei truffatori online che hanno perso una fonte cruciale per l’approvvigionamento di dati rubati e, soprattutto, un canale considerato sicuro per il riciclaggio di denaro.

Dopo la chiusura, le autorità americane hanno analizzato e identificato i gruppi: Huione Guarantee poteva essere considerato come una sussidiaria di Huione Group, un vasto ecosistema di “beni e servizi” che ha origini in Cambogia ed è apparentemente legato alla famiglia reale. Questo gruppo include anche entità come Huione Crypto e Huione Pay.

A fronte di questo, gli USA stanno lavorando anche per isolare completamente Huione dal proprio sistema finanziario a causa di presunte attività illecite, con un focus specifico sul riciclaggio di denaro, accuse che dopo la chiusura dei gruppi in questioni non sono più solo dei sospetti ma, anzi, dimostrano chiaramente l’esistenza di una fitta rete di illeciti che parte dal web e si espande a macchia d’olio in tutto il mondo.

La sicurezza su Telegram diventa una priorità

Secondo gli esperti di cybercriminalità online, Huione ha operato per anni sulla piattaforma e alla luce del sole, offrendo i propri servizi a un bacino potenzialmente enorme di utenti da ogni parte del mondo.

In passato ci sono state occasionali chiusure dei loro canali, ma il gruppo era comunque ben strutturato e aveva a disposizione diversi backup che permettevano un rapido ripristino delle operazioni online.

Da parte sua, Telegram ha rilasciato una dichiarazione in cui ribadisce che certe tipologie di attività sono vietate sulla piattaforma e vengono prontamente bloccate non appena vengono scoperte.

Dall’altra parte si parla di una piattaforma immensa con milioni di utenti in ogni dove, cosa che rende praticamente impossibile controllare tutto. L’esempio pratico è proprio Huione, rimasto online per mesi prima della chiusura, permettendo ai traffici illeciti di continuare alla luce del sole e senza che nessuno se ne accorgesse.

 

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