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10 consigli per non farsi spiare dagli smartwatch

Dal Garante Privacy 10 utili consigli per impedire a smartwatch, fitness tracker e app per il monitoraggio della salute di raccogliere indiscriminatamente dati sui nostri comportamenti

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Smartwatch e fitness tracker sono sempre più diffusi, perché permettono a chi li indossa di tenere sotto controllo molti parametri utili per monitorare la salute, come la quantità di attività fisica svolta ogni giorno, le calorie consumate, i minuti di attività totali. Per le donne molti modelli offrono anche il monitoraggio del ciclo mestruale e della fertilità, per chi ha problemi cardiaci ci sono i modelli con il rilevamento del battito e delle aritmie.

Insomma: una montagna di dati che definire “sensibili” è veramente riduttivo, tanto che persino il Garante Privacy si è mosso per offrire agli italiani alcuni suggerimenti per un uso più consapevole di questi dispositivi e anche delle app nelle quali inseriamo i dati manualmente. Si tratta di un vero e proprio decalogo in 10 consigli.

1) Leggere l’informativa privacy

Ogni dispositivo elettronico e ogni app che raccoglie dati dell’utente in Europa prima di consentire l’utilizzo deve mostrare l’informativa privacy. Se l’utente non visualizza e non accetta l’informativa, allora non può usare il dispositivo o l’app.

Il problema, però, è che quasi tutti accettano senza leggere realmente cosa c’è scritto. Il Garante, invece, invita tutti a leggere le informative perché dentro c’è tutto ciò che serve per sapere se il dispositivo o l’app hanno intenzione di raccogliere dati che, in teoria, non avrebbero motivo di raccogliere.

2) Minimizzare il trattamento dei dati

Dal primo suggerimento deriva il secondo, che consiste nel rifiutare la raccolta e il trattamento dei dati non essenziali al funzionamento del dispositivo o dell’app.

Per fare un esempio pratico: se l’app di gestione di un fitness tracker chiede di accedere alle foto e i video presenti sul telefono, è molto meglio negare questa autorizzazione. Il tracker funzionerà lo stesso e, se non lo farà, allora c’è qualcosa che non va.

3) Limitare le connessioni

Molte app di gestione dei dispositivi richiedono la connessione con altri device o altre app. Ogni connessione, solitamente, corrisponde ad una condivisione dei dati.

Per questo il Garante Privacy consiglia di limitare al massimo le connessioni, specialmente quelle che non sono indispensabili.

4) Non pubblicare informazioni sui social

Una cosa che molti sportivi amano fare è condividere i propri risultati, misurati con tracker e app, anche sui social network. Di sicuro avrete almeno un amico che va a correre, o va in bici, e poi pubblica il tracciato su Facebook per fare incetta su Mi piace.

Il Garante consiglia di restringere al massimo il pubblico che può leggere questi post, anche per questioni di sicurezza personale: comunicando le nostre performance, infatti, diciamo anche quando non siamo a casa e quando siamo soli nel parco, in campagna o in altri posti dove potremmo essere aggrediti o derubati.

5) Curare la sicurezza informatica

Il Garante Privacy ricorda che è fondamentale scegliere password molto robuste, o meglio ancora attivare le più moderne passkey, per proteggere gli account delle app di gestione di smartwatch e tracker e, di conseguenza, anche i dati da esse raccolti.

6) Cancellare i dati delle app

Derivante dal punto 5, c’è il successivo: ogni tanto è bene revisionare i dati raccolti dalle app e cancellare quelli non strettamente necessari. Meno dati conserviamo, meno dati ci possono rubare.

7) Tutelare i minori

Alla luce di tutti i rischi appena descritti, secondo il Garante della Privacy i minori non dovrebbero usare né smartwatch, né fitness tracker, né app per la salute: quando si tratta di bambini e ragazzi, infatti, i rischi crescono sempre esponenzialmente.

Provate a pensare a vostra figlia adolescente che va a correre tutti i giorni al parco da sola, mentre tutti lo sanno perché lei ogni sera pubblica i dati e i tracciati sui social.

8) Spegnere i dispositivi

Alcuni device possono tracciare il sonno e, per questo, vanno tenuti accesi anche di notte. Ma se questa funzione non è essenziale sarebbe meglio spegnere i dispositivi ogni volta che non vengono utilizzati in modo attivo.

9) Resettare i device

Il Garante Privacy, poi, ricorda che quando vendiamo o regaliamo un dispositivo di questo tipo, dopo averlo usato anche solo per un giorno, dobbiamo sempre precedentemente resettarlo cancellando tutti i dati raccolti, anche se sono pochissimi.

10) Imparare a difendersi

Infine, il Garante Privacy ricorda a tutti che “le prime e più importanti linee di difesa da possibili violazioni della nostra privacy sono la consapevolezza nell’uso delle tecnologie e l’accortezza nel diffondere i nostri dati personali“.

La differenza, quindi, la facciamo tutta noi ogni giorno che usiamo (bene) gli smartwatch, i tracker e le app per la salute e lo sport.