È stato ritrovato un antico altare rituale, la scoperta a Ashdod
L'antico altare rituale ritrovato in Medio Oriente, finemente scolpito, è un tassello importante per ricostruire la storia religiosa delle popolazioni primitive dell'area.
Eccezionale ritrovamento archeologico ad Ashdod, in Israele, riporta alla luce un antico altare rituale, testimonianza preziosa dell’articolata spiritualità di una civiltà fiorita nella regione costiera del Levante meridionale oltre 3000 anni fa. Si tratta di un oggetto unico nel suo genere, decorato con figure umane e animali, utilizzato probabilmente per offerte sacre o riti religiosi. Il reperto sarebbe risalente all’Età del Ferro.
Una scoperta straordinaria nel cuore dell’antica Ashdod
Il reperto è stato identificato dagli archeologi dell’Israel Antiquities Authority (Autorità per le Antichità di Israele) durante una campagna di scavo in una zona aperta, lontana da edifici templari. C’è un dettaglio che ha subito attirato l’attenzione degli studiosi: la collocazione dell’altare su uno strato di macerie antiche suggerirebbe un utilizzo all’aperto, forse durante cerimonie collettive o riti di passaggio.
Il manufatto, appartenente alla categoria dei cosiddetti supporti cultuali – altari utilizzati nei riti sacri – era usato, probabilmente, come altare portatile o piedistallo sacro. Realizzato con grande maestria, appartiene a una ristretta famiglia di oggetti votivi risalenti tra la fine dell’XI e l’inizio del X secolo a.C.
La musica sacra scolpita nella pietra
Ciò che rende questo altare particolarmente affascinante è la presenza di una scena scolpita che raffigura cinque musicisti: due suonatori di doppio flauto, un percussionista, un suonatore di lira e uno di cimbali. Al di sopra di loro, una processione di tre animali completa la composizione.
L’iconografia, ricca e carica di simbolismo, riflette il ruolo centrale della musica nei rituali sacri dell’epoca. Non è un caso che rappresentazioni simili si ritrovino anche in culture coeve del Vicino Oriente antico e, in alcuni casi, persino nelle tradizioni bibliche.
Secondo gli esperti, la scena potrebbe rappresentare un modello simbolico di tempio, dove i musicisti, scolpiti sulle pareti dell’altare, partecipano idealmente al rito attraverso la loro presenza fissa e perpetua.
Un’identità culturale distinta e ben radicata
Lo studio del contesto in cui è stato rinvenuto il supporto rituale suggerisce che le popolazioni dell’antica Ashdod conservassero una forte identità etnica e religiosa, distinta da quella dei vicini cananei e israeliti. La raffigurazione di strumenti musicali e di scene cerimoniali indica una profonda elaborazione simbolica e, al contempo, anche una ricchezza di tradizioni spirituali.
La presenza di simili oggetti nelle aree costiere del Mediterraneo orientale conferma, inoltre, i legami culturali e artistici con le civiltà egee, da cui si pensa provengano originariamente questi gruppi migratori.
Un nuovo tassello nella storia delle religioni antiche
Il ritrovamento dell’antico altare rituale ad Ashdod rappresenta un contributo significativo per la comprensione delle pratiche religiose dell’Età del Ferro e amplia il panorama delle conoscenze sui culti del Levante più arcaici. Oggetti come questo, scolpiti con cura e arricchiti da figure simboliche, dimostrano come la religione, l’arte e la musica fossero strettamente connesse in una visione sacra del mondo.
Oltre al valore scientifico, il reperto rappresenta anche un’affascinante squarcio su un passato in cui l’esperienza religiosa era vissuta collettivamente, con riti, suoni e offerte che si svolgevano all’aria aperta, al cospetto della comunità e degli dei.
La scoperta delle radici più ataviche del Medio Oriente, come dimostra il recente ritrovamento dell’altare, può offrire spunti di riflessione culturale e storica. Il passato non è solo silenzio e pietra: è memoria viva, e continua a raccontare la sua storia.