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Anche Apple sta lavorando all'AI, ma non ci dice come

Apple sta lavorando alla sua intelligenza artificiale. Tim Cook si è detto entusiasta dei progetti, confermando l’arrivo di grandi novità entro la fine del 2024

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Fonte: Shutterstock/WML Image

Apple ha in mente di lanciare quanto prima delle funzionalità basate sull’intelligenza artificiale generativa. A dare ulteriori conferme al riguardo è stato Tim Cook, che durante l’ultima riunione con gli investitori ha detto: “Continueremo a investire in queste e altre tecnologie che daranno forma al futuro. Tra queste anche l’intelligenza artificiale, a cui continuiamo a dedicare un’enorme quantità di tempo e impegno, e saremo entusiasti di condividere i dettagli del nostro lavoro in corso in questo ambito entro la fine dell’anno.

Oltre a questo, Cook non si è sbilanciato ulteriormente al riguardo ma si è detto “incredibilmente entusiasta” dei progressi raggiunti. Da mesi in molti rimproverano ad Apple il fatto di non aver ancora risposto a Microsoft e Google presentando un chatbot o alte applicazioni pratiche dell’intelligenza artificiale generativa e, adesso, Apple annuncia che la risposta arriverà e sarà degna della fama dell’azienda-

Cosa sappiamo dell’AI di Apple

Nell’ultimo anno sono moltissime le funzionalità AI che hanno raggiunto il mercato. Si parla di soluzioni per modificare le immagini, assistenti per la gestione dei device e, più di recente, funzioni che si occupano di traduzioni in tempo reale ed elaborazione di testi.

È chiaro, quindi, che anche Apple possa aver in mente per i suoi device dei servizi del genere, ma c’è un dettaglio che potrebbe fare la differenza: i processori prodotti internamente e che vengono utilizzati esclusivamente sui device proprietari.

Questo vuol dire che, all’arrivo di queste funzionalità il colosso della tecnologia avrà sul mercato milioni e milioni di dispositivi già pienamente compatibili con esse e pronti ad accoglierle senza il bisogno di interventi particolari.

Già da diversi anni l’azienda di Cupertino utilizza i chip proprietari su tutti i suoi device, dagli iPhone agli iPad, passando per le gli Apple Watch, le Apple TV e, più di recente, anche sui Mac.

Ciò vuol dire che le funzionalità AI di cui sopra, potranno sfruttare sin da subito le potenzialità nella NPU (Nerural Processing Unit) sviluppata internamente, che ha il compito di garantire l’accelerazione hardware necessaria a calcolare gli algoritmi delle reti neurali artificiali.

Non stupirebbe, dunque, se il colosso della tecnologia voglia portare sui suoi futuri prodotti un’intelligenza artificiale on-device, che funziona sul dispositivo stesso e non sul cloud.

Questo, da un lato garantirebbe maggiori attenzioni in termini di privacy e sicurezza (due temi molto cari a Apple) e dall’altro un abbattimento dei costi; senza il bisogno di un’infrastruttura cloud così imponente, infatti, Apple potrebbe offrire queste funzionalità gratuitamente e senza dover spingere per un abbonamento, come accade per la concorrenza.

Per ora, quindi, non abbiamo ancora indicazioni sui piani futuri del colosso di Cupertino ma, sicuramente, l’azienda avrà modo di mostrare i suoi assi nella manica, inclusa una nuova versione di Siri che, stando alle indiscrezioni, sarà ancora più efficiente proprio grazie all’AI.

Gli investimenti di Apple sull’AI

Apple lavora alla sua AI da diversi anni, tanto è vero che dal 2017 ha acquistato moltissime aziende che operano proprio in questi territori, dando vita a un ecosistema di servizi specifici per l’intelligenza artificiale.

Una delle acquisizioni più recenti ha coinvolto Xnor.Ai, che si occupa di edge computing e intelligenza artificiale on-device, un dettaglio che potrebbe confermare l’ipotesi di cui sopra. Inoltre, Apple ha già investito più di un 1 miliardo di dollari in progetti di ricerca su queste tecnologie, dimostrando un chiaro interesse al riguardo.

Infine, secondo Mark Gurman di Bloomberg, Apple ha già anche un suo LLM (Large Language Model) chiamato Ajax, già presente su un chatbot ad uso interno e che, probabilmente, potrebbe essere anch’esso diffuso entro la fine del 2024.

 

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