Un antico giardino trovato sotto la casa dello scrittore Thomas Hardy diventa protetto: la scoperta
Un antico giardino con reperti che risalgono al Neolitico è stato scoperto sotto la casa dello scrittore Thomas Hardy e posto sotto tutela dal governo inglese
Si tratta di un rinvenimento sorprendente e di grande valore, che il governo britannico ha prontamente deciso di proteggere.
L’antico giardino, con reperti risalenti all’età del Neolitico, è stato scoperto proprio in prossimità dell’abitazione di Thomas Hardy.
La scoperta dei reperti neolitici nel giardino di Hardy
Una struttura neolitica, risalente a più di 5.000 anni fa, è stata recentemente riconosciuta come sito archeologico di rilevanza nazionale e ha ottenuto lo status di monumento protetto. Questo importante ritrovamento è situato sotto il l’antico giardino della casa di Thomas Hardy, il celebre scrittore inglese autore di capolavori come Tess dei D’Urbervilles.
La scoperta risale agli anni ’80, quando durante gli scavi preliminari per la costruzione di una strada accanto allo stabile, emerse una grande recinzione circolare, databile intorno al 3.000 a.C., cioè il periodo che corrisponde a poco dopo la prima fase di costruzione di Stonehenge.
Il sito in questione, noto oggi come Flagstones, si estendeva per quasi 100 metri di diametro e rappresentava un tipo di monumento detto “proto-henge”, ossia una struttura circolare di terra simile nella funzione a quella di Stonehenge, ma costruita in un periodo antecedente.
Sebbene una parte significativa del sito sia stata distrutta a causa dalla costruzione della strada, ciò che resta è stato preservato nel giardino di Max Gate, nome della dimora progettata da Hardy stesso a Dorchester, oggi di proprietà del National Trust.
Un patrimonio da proteggere
Secondo Martin Papworth, archeologo del National Trust e responsabile delle ricerche, l’area di Flagstones rappresenta uno dei più antichi complessi monumentali del sud-ovest dell’Inghilterra. Una seconda campagna di scavi, condotta nel 2022, ha rivelato prove di attività umane risalenti a 500 anni prima della costruzione, rendendo questo sito una delle testimonianze più ataviche della presenza umana nella regione.
La connessione tra Thomas Hardy e il sito neolitico aggiunge un ennesimo livello di fascino a questa scoperta. Hardy, durante la scrittura del suo romanzo Tess dei D’Urbervilles, nel 1891, scelse Stonehenge come ambientazione per il drammatico finale, un omaggio al suo interesse per il passato lontano e le antiche tradizioni. Tuttavia, ciò che lo scrittore non poteva immaginare era che, proprio sotto il suo giardino, si celasse una struttura neolitica persino più antica dello stesso Stonehenge. L’ironia del destino lega il suo interesse letterario per la storia alla scoperta di un vero monumento primordiale laddove abitava.
Papworth, riflettendo sul valore del sito, ha raccontato come sia rimasto colpito nel trovare i segni originali lasciati dai costruttori 5.000 anni fa, come quelli delle piccozze in corna di cervo. La decisione di garantire una protezione legale al sito, quindi, è stata accolta con grande favore dagli esperti, in quanto le strutture neolitiche di questa natura sono rare e particolarmente vulnerabili.
Jill Guthrie, consulente per i monumenti storici di Historic England, ha spiegato che, sebbene solo metà del sito sia sopravvissuta, la sua unicità e importanza archeologica giustificano pienamente lo status di monumento protetto, ormai estesa a tutto l’antico giardino che fu di Thomas Hardy.
La protezione giuridica del sito, nota come “scheduling”, ha lo scopo di preservare e proteggere gli scavi archeologici sotterranei rendendoli fruibili dalle generazioni presenti e future. Questo impedirà che qualsiasi tipo d’intervento o sviluppo edilizio possa danneggiare i reperti.
Va ricordato anche nel giardino di Casa Max Gate, durante la costruzione del fabbricato, furono trovati resti di sepolture romane e dell’età del ferro: ciò portò Hardy a supporre che l’area fosse un antico cimitero. Inoltre, scoprì un grande sarsen, ossia una pietra megalitica che chiamò “pietra druidica” e che decise di porre in bella mostra nel suo giardino, intuendo in qualche modo la natura neolitica del sito.
L’entusiasmante scoperta, insomma, rafforza il legame tra la letteratura e l’archeologia, offrendo un’ulteriore chiave di lettura dell’opera di Hardy e del suo profondo interesse per il paesaggio e la storia dell’Inghilterra. Infine, grazie alla protezione legale ottenuta, Flagstones continuerà a raccontare la sua storia per molte generazioni a venire.