SICUREZZA INFORMATICA

Auto che tracciano i guidatori: che succede in USA

Negli Stati Uniti monta la polemica sul tracciamento di massa degli spostamenti e degli stili di guida di milioni di automobilisti: i dati venduti alle assicurazioni

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Negli Stati Uniti, la questione della privacy dei dati relativi alla guida sta suscitando crescente preoccupazione. Recentemente, diverse aziende automobilistiche e assicurative sono finite sotto la lente d’ingrandimento della Federal Trade Commission (FTC) per aver raccolto e utilizzato dati sensibili dei guidatori senza il loro consenso esplicito.

I dati, raccolti in diversi modi, venivano usati anche per alzare o abbassare i premi dell’assicurazione in base allo stile di guida.

FTC contro General Motors

Il caso più clamoroso è quello che riguarda il colosso General Motors. La Federal Trade Commission ha avviato un’indagine approfondita sulle pratiche di GM e della sua sussidiaria OnStar, scoprendo che le aziende raccoglievano dati di geolocalizzazione e comportamento di guida dai veicoli dei consumatori senza ottenere un consenso esplicito.

La FTC ha rilevato che GM raccoglieva dati di geolocalizzazione ogni tre secondi, insieme a dati di guida come frenata e velocità. Questi dati venivano poi venduti a terzi, inclusi agenzie di segnalazione dei consumatori come Verisk e LexisNexis, con un impatto diretto sui premi assicurativi o sulla concessione, o meno, di una polizza.

Di fronte a queste accuse, GM ha raggiunto un accordo con la FTC in merito al programma Smart Driver, ora interrotto. L’accordo impone a GM di ottenere il consenso esplicito dei consumatori prima di raccogliere, utilizzare o divulgare determinati dati relativi ai veicoli connessi.

Inoltre, GM si impegna a dare maggiore trasparenza e controllo ai clienti, consentendo loro di accedere ed eliminare i propri dati personali, oltre a fornire un metodo semplice per disattivare il tracciamento e la raccolta dati. L’accordo con la FTC ha una durata di 20 anni. GM, in ogni caso ha già preso provvedimenti, come la cessazione del programma Smart Driver e delle partnership con LexisNexis e Verisk.

Le assicurazioni sanno tutto di noi

Un aspetto critico emerso dalle indagini è l’uso dei dati raccolti per influenzare i prezzi delle assicurazioni auto. Le aziende come Allstate e la sua filiale di dati Arity sono state accusate di aver raccolto, utilizzato e venduto dati di guida di oltre 45 milioni di americani.

Allstate e Arity avrebbero pagato milioni di dollari a sviluppatori di app per inserire codice di tracciamento in app popolari, raccogliendo dati di posizione e movimento senza il consenso degli utenti. Questi dati venivano usati per profilare le abitudini di guida e adeguare i prezzi delle assicurazioni, consentendo alle compagnie di identificare i clienti rischiosi e fissare i prezzi di conseguenza.

Le compagnie assicurative avrebbero anche venduto questi dati ad altre aziende, guadagnandoci quindi almeno due volte.

Tra le app sotto accusa ci sono Life360, GasBuddy, Fuel Rewards e Routely: scaricate milioni di volte, avrebbero raccolto dati di localizzazione degli americani ogni 15 secondi. Anche molte case automobilistiche sono state implicate per aver venduto direttamente dati di localizzazione ad Allstate e Arity.

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