SICUREZZA INFORMATICA

Cyber security, le 4 minacce più gravi e le possibili soluzioni

Cosa è il cybercrime e quali sono i suoi effetti? E il cyberwarfare? La sicurezza informatica è messa alla prova da vari pericoli. Ecco quali sono

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Nel corso degli ultimi anni è cresciuto a dismisura il numero di cyberattacchi ai danni di privati, aziende e autorità governative. Una situazione incredibilmente pericolosa soprattutto per l’Italia, che nel 2023 è stata colpita dai cybercriminali ben quattro volte in più di quanto non lo siano stati gli altri paesi europei. Proprio per questo, la sicurezza informatica deve essere una priorità per tutti: dalle piccole e medie imprese agli adolescenti che utilizzano i social, dalle amministrazioni sanitarie ai proprietari di attività, e via dicendo.

Ma per difendersi da un nemico tanto pericoloso – e difficile da individuare e riconoscere, soprattutto – è importante conoscerlo. Quali sono le ragioni che muovono i criminali informatici, per esempio? E quali gli attacchi più frequenti con cui colpiscono le loro povere vittime? A queste e molte altre domande risponderemo con l’articolo di oggi, che indagherà quali sono le minacce alla sicurezza informatica internazionale più preoccupanti del momento.

Cybercrime

Quando si parla di cybercrime ci si riferisce solitamente a un’attività criminale perpetrata da soggetti che vogliono ottenere guadagni in modo del tutto illecito, attaccando i computer di un’azienda o di un individuo. Fanno parte di questa categoria, quindi, gli attacchi di phishing, i furti di identità e/o di dati finanziari, la vendita online di articoli fake e/o contraffatti, gli attacchi ransomware e via dicendo. Insomma, una categoria alquanto ampia di cyberattacchi, che mietono ogni giorno decine di vittime in tutto il mondo. Per fare chiarezza sulla questione, quindi, analizzeremo le tre minacce alla sicurezza informatica più diffuse di questa categoria.

Attacchi malware

L’attacco malware non è altro che l’infezione di un computer o una rete IT, che spesso consente ai criminali di prenderne il pieno controllo da remoto, così da potere agire industurbati senza che nessuno si accorga di nulla. Una volta che un malware ha infettato un dispositivo, infatti, gli hacker possono utilizzarlo come preferiscono per creare ulteriore scompiglio nel sistema, o per mettere le mani sui dati sensibili del suo proprietario.

Phishing

Una campagna di phishing ha solitamente inizio con l’invio di un’email che spinge gli utenti a scaricare un allegato compromettente o a cliccare sul collegamento a una pagina web malevola. Così facendo, le povere vittime finiscono con l’installare un software dannoso sul proprio dispositivo, o a inserire i propri dati personali e/o finanziari in un sito costruito ad hoc dai criminali per convincere gli utenti a cadere nella loro trappola.

Attacchi DDoS

Utilizzati soprattutto per colpire aziende, organizzazioni e affini, gli attacchi DDoS – in enorme crescita negli ultimi anni – puntano a sovraccaricare il sistema informatico di una vittima, con il chiaro obiettivo di comprometterne il funzionamento – almeno fin quando non intervengono le forse di sicurezza dedicate, o i criminali non decidono di mollare la presa perché hanno ricevuto un riscatto in denaro -.

Cyberwarfare

Con il termine cyberwarfare, o “guerra cibernetica”, si intende un attacco informatico ai danni di uno Stato, perpetrato da un altro Stato che vuole comprometterne la sicurezza. Proprio per questo, gli hacker puntano danneggiare i sistemi informatici delle principali infrastrutture – o le informazioni che vi sono contenute – con lo scopo di renderli inutilizzabili.Per raggiungere questo obiettivo, sono soliti ricorrere per lo più ai malware, software dannosi che riescono a infettare il sistema di un’organizzazione, compromettendone seriamente il funzionamento. Ma spesso utilizzano anche attacchi DDoS – Denial of Service -, che puntano a sovraccaricare le risorse di un sistema, rendendolo di fatto i suoi servizi non disponibili.

Cyberspionaggio

Conosciuto anche con il nome di “cyber espionage”, questo fenomeno coinvolge per lo più aziende e organizzazioni del settore pubblico, solitamente attaccate da criminali che cercano non solo di minare la loro sicurezza informatica, ma anche di entrare in possesso di informazioni e documenti riservati. In alcuni casi, però, a compiere attacchi di questo tipo sono cybergang collegate ai diversi governi internazionali, interessati a colpire i loro “nemici” per destabilizzarne i sistemi di sicurezza, incrementare la competitività sul mercato, o semplicemente sferrare un colpo ai danni di chi governa il paese.

Ma quali sono gli Stati più dediti alle attività di cyberspionaggio? Senza dubbio la Cina, mossa dalla volontà di conquistare il primato nel settore tecnologico a livello globale. E poi l’Iran, la Corea del Nord e la Russia, impegnati nel supportare le azioni criminali di gruppi che stanno prendendo sempre più di mira le infrastrutture critiche, le aziende e le organizzazioni sanitare degli altri paesi con sui si sentono in competizione.

Hacktivismo

Con questo termine coniato di recente si intendono tutti quegli attacchi informatici messi a segno da criminali che vogliono dimostrare il loro sostegno – o il loro dissenso – a una causa politica o sociale. Proprio per questo, le vittime più colpite dagli hacktivisti sono personaggi politici, esponenti del governo, istituzioni o autorità varie. Ma l’elenco spesso si amplia con l’aggiunta di aziende che hanno un ruolo attivo nelle situazioni politiche e/o sociali di interesse globale. Insomma, attacchi dimostrativi che puntano a rendere nota la posizione dei gruppi che li mettono a segno.

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