Hanno finalmente decifrato un'antica e misteriosa scritta: la scoperta ribalta tutto
Un artefatto a forma di mano sembra cambiare per sempre la storia della nostra evoluzione linguistica: risalente al periodo delle guerre sertoriane, questo prezioso reperto archeologico sarebbe la prima testimonianza della nascita della lingua basca
Una delle discipline più stimolanti al mondo è, senza ombra di dubbio, l’archeologia. Questa materia (e chi la studia) apre all’uomo di oggi delle speciali porte sul passato per mezzo di ritrovamenti incredibili e significativi. L’ultimo, in ordine di tempo, è la Mano di Irulegi, un prezioso artefatto di bronzo ritrovato nell’omonimo sito archeologico di Irulegi, che sorge su una montagna isolata tra i Pirenei e la valle dell’Ebro.
Perché questo reperto sarebbe così prezioso? Perché risalirebbe a un periodo che va dall’82 al 72 a.C, in piena Guerra Sertoriana in Spagna, e sulla sua superficie è incisa un’antica e misteriosa scritta che è stata finalmente decifrata. E che cambia tutte le attuali idee e conoscenze riguardo all’evoluzione della lingua spagnola.
Il sito archeologico di Irulegi, il passato e gli scavi
Come abbiamo detto, la Mano di Irulegi risale alla Guerra Sertoriana, ovvero quel periodo in cui gli eserciti di Quinto Sertorio da una parte e dei generali Quinto Cecilio Metello Pio e Gneo Pompeo Magno dall’altra avevano trasformato la Spagna nel loro principale scenario bellico, contendendosi il controllo di Roma sul suo territorio. Ad andarci di mezzo furono gli abitanti degli insediamenti della Valle di Aranguren (vicino all’attuale Pamplona) e, in particolare, l’insediamento che si trovava (e si trova) sul monte Irulegi.
Questo insediamento venne attaccato e distrutto dalle truppe di Pompeo e, per migliaia di anni, Irulegi è rimasto sotto la polvere. Qualche anno fa, però, le autorità locali, insieme alla Aranzadi Science Society, ha deciso di cominciare a condurre degli scavi: c’era infatti la convinzione che sotto l’aspetto devastato dell’antico villaggio potessero nascondersi dei reperti eccezionali. Una convinzione per niente errata, dato che gli archeologi sono riusciti a portare alla luce un castello e i resti dell’antica Irulegi, comprese alcune abitazioni.
Il ritrovamento della Mano di Irulegi e la sua importanza
Proprio all’interno di una di queste abitazioni gli archeologi hanno trovato una lastra di bronzo a forma di mano, chiamata appunto Mano di Irulegi. Lunga circa 14,5 centimetri, in bronzo, rappresenta nello specifico una mano destra tesa con cinque parole scolpite nella parte anteriore (che rappresenta il dorso). Il reperto è stato ritrovato sepolto da macerie che sembrano corrispondere alla soglia della casa in cui si trovava, cosa che ha fatto subito pensare che fosse appeso vicino all’uscio.
La cosa più accattivante, però, è venuta alla luce dopo le analisi di laboratorio: sulle dita erano infatti state incise strane iscrizioni, sotto forma di 40 simboli distribuiti su quattro linee diverse. La presenza di queste scritte ha messo sull’attenti archeologi e filologi, per un motivo molto semplice: le iscrizioni conosciute nella regione spagnola dove si trova il sito di Irulegi sono scarse e molto controverse.
Sono sopravvissuti solo pochi scritti in caratteri paleoispanici, la cui attribuzione e interpretazione linguistica rimangono fonte di aperto dibattito. Dunque, in questo contesto, la scoperta di un’iscrizione come quella sulla Mano di Irulegi ha subito trasformato l’artefatto in una scoperta d’importanza sensazionale. Ma la cosa più incredibile è che la grande sorpresa più grande doveva ancora arrivare.
La Mano di Irulegi e il proto-basco
Javier Velaza, professore di Filologia latina all’Università di Barcellona e uno dei massimi esperti mondiali di iscrizioni preromane, è stato chiamato a decifrare i simboli iscritti sulla mano ed è rimasto stupito: le parole riportate sul reperto si sono infatti rivelate il primo testo della storia scritto in la lingua basca. La prima parola sulla Mano di Irulegi, infatti, potrebbe essere tradotta in sorioneku, parola basca che significa buona fortuna.
«La Mano di Irulegi è senza dubbio il primo documento scritto in lingua basca, con un alfabeto che include lettere e sillabe attribuibili a questa lingua, oltre ad essere il testo più lungo in proto-basco ritrovato fino a oggi», ha affermato il professor Velaza. Questa scoperta cambia la storia dell’evoluzione linguistica e della scrittura spagnola: fino a oggi, infatti, gli esperti ipotizzavano che in quel periodo si parlasse una sorta di proto-spagnolo simile al basco, ma differente sotto tanti punti di vista. Oggi, invece, sono proprio in grado di affermare che si tratti di proto-basco, una fase arcaica e dunque precedente della lingua.