Metaphone, provocazione o esperimento contro la dipendenza da smartphone?
Metaphone è il trend che spopola su TikTok e che vuole evidenziare la dipendenza delle persone dallo smartphone. Esperimento sociale o semplice provocazione?
C’è un nuovo trend che spopola tu TikTok e ha come protagonista una lastra di plastica trasparente a forma di smartphone. Si tratta del Metaphone, un oggetto che ha il compito di “simulare” un telefono e rispondere provocatoriamente a una questione che in molti si fanno: siamo davvero dipendenti dai nostri smartphone?
Il video postato sul celebre social è diventato virale in pochissime ore, raggiungendo più di 50 milioni di visualizzazioni e, tra critiche e commenti ironici, ha spinto molte persone a fermarsi davvero a riflettere sul rapporto che hanno con il loro smartphone.
Cosa c’è dietro l’idea di Metaphone
Methaphone altro non è che un pezzo di acrilico tagliato con le forme di uno smartphone e rappresenta un esperimento sociale con un’idea ben precisa. Il “dispositivo” infatti, non ha uno schermo, non ha funzioni e non si accende nemmeno; è semplicemente un pezzo di plastica che @askcatgpt (la ragazza del video e ideatrice di questo esperimento) ha realizzato per capire se fosse possibile ingannare il cervello umano riproducendo semplicemente forma e peso dello smartphone.
L’idea alla base di questa provocazione, dunque, è quella di offrire al sistema nervoso una “sostituzione sensoriale”, qualcosa da tenere in mano quando c’è il bisogno compulsivo di controllare lo smartphone.
Funziona davvero questa soluzione? Al momento non ci sono dati a sostegno della cosa, ma il finto dispositivo ha sicuramente attirato l’attenzione. Secondo la sua creatrice questa cosa “incarna un sentimento collettivo” perché gli smartphone che “dovrebbero connetterci agli altri spesso finiscono per isolarci”. Secondo le voci più critiche, invece, Metaphone altro non è che l’ennesima moda che tutti seguono perché, appunto, dipendenti da ciò che vedono sul proprio smartphone; un paradosso, insomma, nato (forse) per lucrare su ciò che vorrebbe “condannare”.
E infatti è la stessa @askcatgpt ad ammettere che questo esperimento non ha cambiato le sue abitudini ed è servito solamente per evidenziare il gesto compulsivo di prendere e toccare lo smartphone, anche senza accorgersene.
La psicologia di Metaphone
Reazioni degli utenti a parte, l’idea del Metaphone ha destato un certo interesse anche nel mondo accademico con molte persone che hanno chiesto il finto dispositivo da utilizzare come strumento di educazione digitale
Ed è forse questo il fulcro dell’esperimento perché, come sottolinea il neuroscienziato Mark Williams, l’arrivo di notifiche sullo smartphone attiva nel cervello umano una risposta automatica che distrae e frammenta l’attenzione, proprio come una dipendenza comportamentale che viene attivata dagli stimoli costanti provenienti dai device.
Non il telefono a creare dipendenza, ma tutto ciò che contiene e rappresenta: notifiche, gratificazione da likes e messaggi e tutte quelle abitudini costruite intorno ad esso. In questo senso, Metaphone non risolvere la dipendenza dalla tecnologia, ma rende consapevoli le persone della sua esistenza e del fatto che un semplice pezzo di plastica è diventato così centrale nelle vite di tutti da essere ormai un gesto compulsivo e del quale non si ha alcun controllo, proprio come quando durante i tempi morti si mette la mano in tasca e si inizia a scrollare, spesso senza nemmeno guardare lo schermo.