SCIENZA

Quanto possono durare le eruzioni del vulcano Stromboli e cosa si rischia?

Il vulcano Stromboli genera allarme. L'allerta rossa è già scattata ed ecco i rischi concreti per la popolazione

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Il vulcano Stromboli desta allarme, come evidenziato dalla decisione della Protezione Civile di indicare un’allerta rossa. Si passa dunque a una fase operativa di pre allarme, considerando i dati ottenuti e, dunque, la valutazione di pericolosità dello stato.

Nello specifico, l’innalzamento dell’allerta ha come conseguenza diretta un netto potenziamento del sistema di monitoraggio del vulcano. Al tempo stesso, inoltre, anche del sistema informativo tra le componenti operative e la comunità scientifica. Vediamo però nel dettaglio cos’è successo e quali sono i rischi oggettivi.

Allerta Stromboli

Nel pomeriggio del 4 luglio, come spiegato dall’Ingv, si è verificato un flusso piroclastico. Il suo sviluppo è stato molto rapido lungo la Sciara del fuoco. Ha così raggiunto la costa e si è propagato in mare per centinaia di metri.

Si è inoltre sollevata una colonna di cenere che ha raggiunto circa 2 km d’altezza. L’Istituto ha inoltre reso noto che a partire dalle ore 16 del pomeriggio, circa, c’è stato un incremento rapido ed evidente dell’ampiezza del segnale sismico. Questa si è di colpo portata su di un livello particolarmente alto.

È così stato avviato un procedimento istituzionale ben rodato. C’è stata la riunione dei Centri di competenza con i rappresentati della Protezione civile. Un meeting che ha dato il via alla decisione di alzare l’allerta, ora rossa.

Questa è dunque la fase operativa di pre allarme e, come precisato dalla Protezione civile stessa, si garantirà ora il raccordo necessario con le strutture operative che sono impegnate in questo caso. Allo stato attuale persiste una condizione di disequilibrio potenziale del vulcano. Di seguito spieghiamo di fatto quali sono le potenziali dinamiche che potrebbero scatenarsi.

Attività stromboliana

Sulla Terra non sono molti i vulcani in attività quasi continua. Uno di questi è proprio lo Stromboli. Vanta un edificio alto più di 920 metri ma ciò è soltanto quanto è visibile al di sopra del livello del mare. In profondità, infatti, raggiunge quota 2000 metri.

Vanta una storia complessa, dal momento che quanto ammiriamo oggi è il risultato della crescita e distruzione di differenti edifici vulcanici. Il collasso più recente risale a 5mila anni fa, circa. Ha così avuto inizio la formazione di un nuovo edificio all’interno dell’ultima nicchia (o anfiteatro) creatasi. Si tratta dello Stromboli attuale, il cui versante attivo costituisce la Sciara del fuoco.

Nel corso dei decenni sono stati individuati tre crateri principali attivi. Uno è all’estremità nord-est dell’area craterica, uno al centro e l’ultimo nella sezione sud-ovest. Ognuno di tali crateri contiene diverse bocche eruttive. In fasi di attività più intensa, il numero di bocche attive può raggiungere quota 10.

Questi crateri sono luogo di un’attività persistente, che prosegue da secoli. Normalmente si assiste a piccole esplosioni, separate tra loro. Il tutto caratterizzato da lanci di frammenti di lava e quantità di cenere variabile, fino a circa un centinaio di metri sopra la bocca.

Esplosioni della durata di qualche secondo, o al massimo di una decina. Ben separate tra loro, con intervalli che vanno da un minuto a diverse ore. È questa l’attività nota come “stromboliana”. Nelle fasi di attività più accentuata, alcune bocche producono un’attività di lancio di brandelli lavici quasi continua. In casi rari, ciò può condurre a piccole colate laviche intracrateriche.

Il fenomeno più pericoloso è rappresentato dalle esplosioni più grandi, se paragonate all’attività regolare. Si parla di “parossismi”. Molti di questi eventi lanciano bombe e blocchi di dimensioni plurimetriche nell’area sommitale. La ricaduta di materiale piroclastico incandescente può provocare incendi nella vegetazione circostante. Negli ultimi 100 anni se ne sono registrati 5. I più recenti sono stati quelli del 2003, 2007 e i due (luglio e agosto) del 2019.

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