SCIENZA

Eruzione Tonga: tsunami record dal Giappone alla West Coast

La potente eruzione del vulcano Tonga ha provocato uno tsunami record: l'onda anomala ha attraversato l'intero Pacifico, arrivando fino in California.

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Fonte: ANSA

L’allarme è stato lanciato a poche ore dall’inizio della grande eruzione sottomarina: Hunga Tonga – sostenevano gli esperti del National Tsunami Warning Center – può provocare tsunami capaci di raggiungere le coste degli Stati Uniti. E così è stato.

L’eruzione, così potente da far sentire il suo boato fino a 700 chilometri di distanza, ha provocato un enorme tsunami che ha interessato quasi tutte le coste dell’Oceano Pacifico, dal Giappone alla California.

Il vulcano Hunga Tonga

Il vulcano di Tonga si trova nella porzione d’Oceano Pacifico compresa tra la Nuova Zelanda e le Fiji. La potente eruzione del 15 Gennaio segue anni di intensa attività vulcanica: nel 2009 il vulcano sottomarino comparve in superficie formando, a seguito di un importante evento parossistico, le due isole di Hunga Tonga e Hunga Ha’apai.

Mentre si credeva che le due isole sarebbero presto sparite, una successiva eruzione avvenuta nel 2014 produsse una quantità tale di materiale da unire le due isole in un unico territorio, che individua grossomodo la caldera del grande vulcano sott’acqua e che si chiama oggi Hunga Tonga-Hunga Haʻapai.

L’isola di Hunga Tonga-Hunga Haʻapai è sempre stata disabitata, fatta eccezione per un gran numero di coloratissime piante e rapaci, che hanno preso a popolarla dopo l’ultima eruzione del 2014-15.

Il vulcano si trova sulla dorsale delle Tonga-Kermadek, una catena montuosa sottomarina che è anche la zona di subduzione a più alta attività sismica della Terra. La subduzione è quel fenomeno geologico per cui una placca litosferica, una delle grandi calotte sferiche che costituiscono la parte più esterna di crosta e mantello terrestre, scorre al di sotto di un’altra per essere trascinata nelle profondità del mantello.

Hunga Tonga-Hunga Haʻapai si trova sull’arco vulcanico in cui la grande placca pacifica “scorre” al di sotto di quella australiana, verso Ovest. Si tratta non soltanto della dorsale più attiva del pianeta, con la più alta densità di vulcani sottomarini, ma anche di quella più lineare ed in cui la convergenza delle placche – e conseguente produzione di materiale di origine magmatica – è più veloce.

L’ultima, potentissima, eruzione del vulcano di Tonga è iniziata lo scorso 19 Dicembre, quando ha prodotto una serie di esplosioni e colonne di fumo alte più di 15 chilometri, che però ancora non preoccupavano gli scienziati impegnati nell’osservazione dell’attività vulcanica.

Nelle due settimane precedenti la drammatica ultima eruzione, il vulcano ha prodotto abbastanza materiale da espandere del 50% la superficie dell’isola che ne abbraccia la caldera al di sopra l’Oceano. Poi “è sembrato tornare calmo”, dichiara a National Geographic Sam Mitchell, vulcanologo dell’Università di Bristol. Fino a quando l’attività esplosiva del vulcano ha preso ad aumentare in maniera mai vista, fino all’eruzione del 15 Gennaio.

Tsunami dal Giappone alla West Coast

L’ultimo movimento di Hunga Tonga-Hunga Haʻapai ha costretto tutto il mondo a fermarsi e prestare attenzione a ciò che stava avvenendo al largo del Pacifico. Nel giro di poche ore dall’inizio dell’eruzione sono iniziate ad avvicendarsi notizie drammatiche: l’eruzione è visibile dai satelliti, le colonne di fumo sono alte 20 chilometri, il boato è stato sentito fino alle Fiji, a oltre 800 chilometri di distanza, ed il pericolo tsunami è subito apparso come un rischio concreto – dalle dimensioni potenzialmente drammatiche.

Dal Giappone alla Nuova Zelanda gli allerta tsunami hanno fatto il giro del mondo – ed oggi la minaccia sembra superata, stando a quanto riportato dal Centro di allerta tsunami del Pacifico (PTWC).

Gli effetti dell’eruzione di Tonga sono considerabili come “un evento piuttosto raro, in una scala temporale umana” – riporta il National Geographic – “si pensa che esplosioni del genere possano avvenire una volta ogni mille anni”.

Il boom sonico dell’esplosione è stato sentito fino in Nuova Zelanda, a oltre 2mila chilometri di distanza, mentre l’onda d’urto si pensa possa aver viaggiato per metà del pianeta, arrivando fino alla Gran Bretagna.

Lo tsunami che è immediatamente seguito ha colpito tutte le piccole isole dell’arcipelago Haʻapai, per arrivare ore dopo a scatenare onde di oltre un metro sull’isola giapponese di Amami Oshima e toccare la costa ovest degli Stati Uniti.

L’allarme per Hawaii, Alaska, Oregon, California e Messico è stato lanciato dal National Tsunami Warning, con previsioni di onde anomale alte fino ad un metro e mezzo.

Alle prime luci dell’alba, lo tsunami ha raggiunto la West Coast: le stime ufficiali di Berkeley parlano di onde anomale tra i 30 e i 60 centimetri. Alle otto del mattino, ora di San Francisco, era tutto finito. Ma lo tsunami partito da migliaia di chilometri è stato registrato come “uno dei più importanti tsunami avvenuti in California nell’ultimo decennio” – nota il San Francisco Chronicle.

Il pericolo di altre onde anomale sembra essere passato, ma il vulcano di Tonga è ufficialmente un sorvegliato speciale.

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