Attesa nuova eruzione ai Campi Flegrei, l'esperto: "Potrebbe essere peggio di Pompei"
Attesa nuova eruzione ai Campi Flegrei: "Potrebbe essere peggio di Pompei" afferma l'esperto ricercatore e geologo Mario Tozzi, allertando la popolazione

La crescente attività sismica delle ultime settimane desta preoccupazione e sarebbe attesa una nuova eruzione ai Campi Flegrei. A parlare è l’esperto Mario Tozzi: “Potrebbe essere peggio di Pompei”, ecco i motivi.
Attesa nuova eruzione ai Campi Flegrei: le parole dell’esperto
«Rischiamo una distruzione peggiore di Pompei, l’eruzione ci sarà, non sappiamo quando». Con queste parole, Mario Tozzi, primo ricercatore del CNR, geologo e noto divulgatore scientifico della trasmissione Sapiens, ha lanciato un monito preoccupante riguardo alla situazione dei Campi Flegrei. L’esperto, durante un’intervista a Il Messaggero, ha spiegato come l’area vulcanica sia in uno stato di crescente attività sismica e che le sue potenzialità distruttive potrebbero superare quelle dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che seppellì Pompei ed Ercolano.
Negli ultimi mesi, l’area dei Campi Flegrei ha registrato un aumento significativo dell’attività sismica. Questo fenomeno è dovuto al bradisismo, un sollevamento del suolo causato dal movimento del magma e dei gas sotterranei. Se da un lato il bradisismo non implica necessariamente un’eruzione imminente, dall’altro è un chiaro segnale che il vulcano è attivo e che in futuro potrebbe manifestarsi con un evento catastrofico.
Secondo Tozzi, la popolazione locale sottovaluta il pericolo: molti residenti non sono pienamente consapevoli di vivere su un territorio altamente instabile, e le istituzioni dovrebbero fare di più per informare e preparare la comunità a un possibile scenario eruttivo.
Ma cosa rende i Campi Flegrei così pericolosi? Tozzi chiarisce che non si tratta di un vulcano comune, ma di un supervulcano, un sistema geologico in grado di generare eruzioni di proporzioni colossali con colate piroclastiche: nubi ardenti di gas e detriti a temperature elevatissime, che viaggiano a velocità superiori ai 200 km/h e che inceneriscono tutto ciò che incontrano. Un fenomeno di questo tipo sarebbe devastante per la Campania centrale e potrebbe alterare in modo permanente il paesaggio della regione.
Campi Flegrei: una sfida complessa
Le eruzioni passate dei Campi Flegrei testimoniano la loro potenza distruttiva. Circa 39.000 anni fa, un evento eruttivo d’immane portata modificò la morfologia della pianura campana e influenzò il clima dell’intero pianeta. Anche eruzioni d’intensità inferiore potrebbero comunque avere effetti disastrosi per le comunità locali, considerando l’elevata densità abitativa della zona e la complessità dell’evacuazione di centinaia di migliaia di persone.
Tozzi sottolinea come il rischio si divida in due componenti principali: il bradisismo, che porta a scosse di terremoto anche intense ma generalmente di magnitudo contenuta, e il rischio vulcanico vero e proprio. Anche se gli esperti escludono che i recenti fenomeni sismici siano segnali diretti di un’imminente eruzione, la certezza è che un evento eruttivo avverrà, anche se non si può prevedere esattamente quando. Questo pone interrogativi cruciali sulla gestione del territorio e sulla sicurezza della popolazione.
Tozzi, inoltre, ha chiarito che non vi è alcun collegamento tra i recenti terremoti registrati lungo la costa garganica in Puglia e l’attività sismica dei Campi Flegrei. I primi sono di natura tettonica, mentre quelli che colpiscono l’area flegrea sono di origine vulcanica. Si tratta, quindi, di fenomeni distinti, sebbene la loro concomitanza possa generare preoccupazione tra la popolazione.
In definitiva, la situazione ai Campi Flegrei rappresenta una sfida complessa che richiede attenzione costante da parte degli esperti e delle istituzioni. È attesa una nuova eruzione ai Campi Flegrei, pertanto, il pericolo è reale. Poiché non è possibile prevedere quando avverrà, resta di fondamentale importanza prepararsi per minimizzare le possibili conseguenze. La consapevolezza e la prevenzione, al momento, rimangono i mezzi migliori per affrontare un rischio che potrebbe avere conseguenze ben peggiori di quelle della storica tragedia di Pompei.