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Fino a 300 mila dollari per chi porta i podcast su YouTube

Portare i podcast in video su YouTube costa troppo? Sì, è vero, ma la piattaforma ha pronti dei corposi incentivi per i creator e i network che lo faranno

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Fonte: Shutterstock

L’ultima frontiera dei contenuti online, a guardare dove investono i propri soldi i colossi del Web, sono i podcast. Dopo aver saturato Internet di contenuti testuali, di foto di ogni tipo e di video da 30 secondi a diverse ore adesso è il momento di puntare sui contenuti audio. YouTube non vuole farsi scappare il “podcast momentum” e ha intenzione di investire pesantemente in questo segmento del mercato degli UCG, cioè “User Generated Content“.

Resta da capire come, però, perché YouTube è una piattaforma di video, non audio. Secondo quanto rivelato da Bloomberg, però, YouTube avrebbe già pronto un programma di incentivi per i creator che portano i podcast sulla sua piattaforma. Incentivi robustissimi: da 50.000 a 300.000 dollari, in base ai contenuti. Le cifre più alte, secondo Bloomberg, sarebbero riservate ai network mentre gli incentivi minori ai singoli creator. I podcast sono programmi audio a episodi, che trattano gli argomenti più disparati: dalla politica alla cucina. E negli Stati Uniti, come in Italia e Europa, hanno riscosso un grande successo, poiché rappresentano un buon sistema per restare aggiornati mentre si è impegnati anche in altre attività.

Podcast mania

Negli Stati Uniti esistono delle star del podcast come Joe Rogan che su Spotify recentemente è stato al centro di polemiche per le sue opinioni sui vaccini. Tanto che Neil Young si è dissociato lasciando la piattaforma per altri lidi. Oppure il team di H3 molto famoso per le sue collaborazioni con PewDiePie.

Tuttavia, i costi di produzione di un eventuale video show basato su un podcast di successo possono essere esorbitanti, al pari di uno show per la TV.

Occorrono ingenti investimenti per allestire uno studio di registrazione per i video, per assumere autori e sviluppare un piano editoriale di pubblicazione video completamente funzionante e queste spese spesso convincono gli autori a rinunciare all’opportunità di portare i podcast audio anche in video su YouTube (o altre piattaforme).

Anche perché, mentre gli introiti sulle piattaforme di podcast sono ormai noti, quelli sulle piattaforme video non lo sono affatto.

YouTube paga per i podcast

In questa direzione giungono i robusti incentivi di YouTube per i podcaster, che poi a ben vedere potrebbero coprire solo una parte dell’investimento ma sono già un grosso passo in avanti rispetto al far tutto da soli.

In previsione di questo nuovo progetto lo scorso anno è stato nominato Kai Chuk, esperto del settore, alla guida del nuovo progetto di podcasting in qualità di “Podcast Lead“.

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