SCIENZA

Furti di materiale stellare, gli scienziati scoprono gli avidi "furfanti"

Dopo aver scoperto alcune stelle giganti rosse più sottili e sbiadite del normale, gli scienziati hanno individuato dei vicini che rubano loro massa stellare

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Fonte: NASA

Nello spazio succedono cose inaspettate, che richiedono agli scienziati ore di studio in più per trovare una spiegazione. Ma spesso ci aiutano a risolvere misteri del cosmo che altrimenti resterebbero senza spiegazione. È il caso di questo “tiro alla fune” tra stelle vicine, che ha portato alla formazione di due strani tipi di giganti rosse.

Un’osservazione sorprendente

Gli astronomi hanno recentemente annunciato di aver individuato 40 esemplari di due diverse varietà di stelle giganti rosse “dimagrite”. Non è un’osservazione che arriva inaspettatamente: gli scienziati infatti immaginavano che oggetti di questo tipo esistessero, perché le giganti rosse si trovano spesso in sistemi binari insieme al nucleo denso di una stella morta, chiamata nana bianca. Questo vicino, però, alle volte può essere avido, e impossessarsi di cose non sue.

Si tratta comunque di una scoperta molto importante: “Siamo stati estremamente fortunati a trovare addirittura 40 giganti rosse più sottili, nascoste in un mare di cugine normali”, ha spiegato in un comunicato Yaguang Li, autore dello studio e candidato al dottorato all’Università di Sydney in Australia.

Le stelle dimagrite sono spuntate dai dati d’archivio raccolti dal telescopio spaziale Kepler della NASA tra il 2009 al 2013, quando era a caccia di esopianeti. In quegli anni osservava costantemente un punto specifico della costellazione Cygnus: questo ha permesso di misurare le variazioni di luminosità di decine di migliaia di stelle giganti rosse.

Riguardando queste osservazioni con un’attenzione diversa, il team di ricerca guidato da Yaguang Li ha trovato due tipi di stelle giganti rosse insolite: una con masse inferiori e una che brilla meno intensamente.

I furti di materiale stellare

Queste stelle giganti rosse vivono accanto a un vicino avido, che ruba la materia di cui sono fatte: ecco perché sono più sottili e piccole del normale, e hanno una massa inferiore.

Kepler ha osservato stelle così piccole da contenere solo la metà della massa del nostro Sole. Questo fenomeno potrebbe essere spiegato solo in due modi. Il primo sarebbe una perdita molto lenta e graduale di materiale, ma questo processo è davvero troppo lungo, anche in termini astrofisici: richiederebbe più tempo dell’età effettiva dell’Universo (13,8 miliardi di anni). La seconda teoria è quella del “vicino avido”, cioè una nana bianca che ruba la massa dalla gigante rossa.

Ma, come abbiamo visto, il team ha osservato anche giganti rosse meno luminose del dovuto. Queste hanno una massa normale, ma sembrano essere più sbiadite – anche se non ne sappiamo il motivo. E sono anche rare: nei dati del telescopio Kepler ne sono state trovate solo sette. Questi due elementi ha portato i ricercatori a concludere che anche loro siano vittime di un ladro che ruba loro la luce.

I ricercatori hanno cercato di verificare questi dati usando l’asterosismologia, cioè lo studio delle vibrazioni stellari. “I nostri risultati aprono nuove possibilità per studiare l’evoluzione dei sistemi binari dopo un trasferimento di massa”, ha scritto il team in un documento che accompagna lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature. Non è la prima volta che osserviamo fenomeni di questo tipo in un sistema binario: uno l’avevamo addirittura scambiato per un buco nero.

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