Come un gruppo di scienziati ha ideato un messaggio dall'umanità agli alieni
Un gruppo di scienziati ha lavorato alla realizzazione di un messaggio da parte dell'umanità intera, che è stato poi consegnato allo spazio: ecco l'incredibile storia.
Un messaggio inviato nello spazio, come la più romantica delle lettere in bottiglia lasciata in balia delle onde del mare nella speranza che possa raggiungere prima o poi un altro essere umano: è l’affascinante storia di Carl Sagan e del suo team, che tanti anni fa ha ideato (e realizzato) un disco da spedire a bordo di una navicella spaziale, immaginando che un giorno lontano potesse essere ascoltato da qualche forma di vita aliena. Ecco che cosa è successo.
La storia di Carl Sagan e del Voyager Gold Record
Avete mai sentito parlare del Voyager Gold Record? Si tratta del manufatto umano arrivato il più lontano possibile dalla Terra, e la sua storia è a dir poco incredibile. Tutto nacque negli anni ’70, quando l’astronomo Carl Sagan decise di inviare nello spazio una capsula del tempo. L’obiettivo? Raccogliere oggetti (in questo caso sotto forma di immagini e suoni) che potessero rappresentare la civiltà umana alle eventuali forme di vita aliena che avrebbero ricevuto il messaggio. Per far questo, mise in piedi un piccolo team composto dalla sua moglie dell’epoca, Linda Salzman Sagan, dal giornalista musicale Tim Ferris e da una giovane scrittrice chiamata Annie Druyan, fidanzata di Tim – che in seguito avrebbe avuto una storia proprio con Carl.
Il gruppo riuscì a raccogliere il materiale sufficiente per realizzare due Gold Record, ovvero due dischi da grammofono fatti in rame e placcati d’oro. I “messaggi in bottiglia” vennero caricati a bordo delle due sonde gemelle Voyager, lanciate nello spazio nel 1977, parte dell’omonima missione destinata a sorvolare Giove e Saturno. I due veicoli spaziali esplorarono a fondo i pianeti, regalandoci preziosissime informazioni nel corso della loro lunga missione. Quindi si diressero verso i limiti esterni del nostro Sistema Solare, alla ricerca di forme di vita aliena. Presto, anche l’ultimo strumento a bordo si spegnerà e smetteremo di ricevere loro segnali.
Tuttavia, le due sonde Voyager proseguiranno la loro missione ancora a lungo, affrontando lo spazio interstellare fin quando non verranno in contatto con una civiltà abbastanza sviluppata da capire di che cosa si tratta. Sembra una storia di fantascienza, ma è pura realtà: gli esperti stimano che serviranno circa 40mila anni perché i veicoli, con il loro prezioso contenuto, giungano nelle vicinanze di un’altra stella. E chissà se mai qualche forma di vita, pur molto diversa da come ce la immaginiamo, possa davvero ascoltare quei dischi dorati così ricchi di informazioni sull’umanità. A proposito, qual è il loro contenuto?
Il contenuto del messaggio per gli alieni
Carl Sagan e i suoi esperti misero insieme circa 900 immagini e campioni sonori attentamente scelti tra tutto ciò che potrebbe rappresentare l’umanità a chi non la conosce assolutamente. I dischi comprendono saluti amichevoli in ben 55 lingue diverse, musiche provenienti dalle più varie culture del mondo e suoni della natura, tra cui il rumore del temporale, il gracidio delle rane e l’ululato dei lupi. Il team si interrogò a lungo sull’opportunità di inserire anche suoni riguardanti il lato più oscuro dell’umanità, che parlassero di omicidi, genocidi e guerre, di povertà e di calamità di ogni tipo.
Alla fine, giunsero ad una conclusione, optando per una soluzione alquanto originale. Inserirono, compressa in un minuto, un’ora di registrazione dei pensieri di Annie mentre era collegata ad una macchina per elettroencefalogrammi. La donna meditò sulle tragedie del mondo e su tutta la cattiveria umana, ma concluse il suo tracciato riflettendo su Carl (nel frattempo, tra loro era scoccata la scintilla) e sulla meraviglia dell’amore. Un vero e proprio archivio della paura, della tristezza e del terrore per ciò che l’uomo può fare a se stesso, ma anche del bellissimo sentimento provato con i palpiti del cuore.