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SCIENZA

Stanno arrivando di nuovo segnali dallo Spazio alla Terra dopo la riparazione di Voyager 1

Voyager 1 è tornato a funzionare correttamente dopo 5 mesi: ecco com'è stato risolto il problema della sonda

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Sono trascorsi ben cinque mesi dall’ultima volta in cui la NASA è stata in grado di ricevere dei dati da Voyager 1 che fossero decifrabili. Si era infatti verificato un gravoso problema di comunicazione con la storica sonda spaziale, che è la più lontana dall’umanità. Si pensi che allo stato attuale è a circa 24 miliardi di chilometri dalla Terra. Cinque mesi di tentativi falliti, fino al concretizzarsi di un’idea molto creativa.

Problema risolto

Il lancio del Voyager 1 è avvenuto ben 46 anni fa, prima della nascita di molti dei ricercatori che hanno lavorato alla risoluzione del problema verificatosi. La sonda sta subendo gli effetti di un naturale invecchiamento. Col passare del tempo, poi, si verifica una condizione molto particolare. Gli scienziati sulla Terra hanno a disposizione una tecnologia enormemente più avanzata, il che li costringe a un salto nel passato per risolvere alcune problematiche.

Il problema più recente, emerso a novembre 2023, ha riguardato l’unità di modulazione della telemetria del sistema di dati di volo. Di fatto ha iniziato a trasmettere verso la Terra un codice ripetitivo, che per i nostri sistemi era totalmente privo di senso.

Tutto è cambiato il 20 aprile 2024, cinque mesi dopo appunto. Sono giunti i primi dati ritenuti coerenti, relativi allo stato e alla salute dei sistemi ingegneristici della sonda. È ancora in corso l’analisi da parte degli scienziati, ma i primi risultati evidenziano come le condizioni di funzionamento siano generalmente buone. Ecco le parole di Linda Spilker, scienziata del progetto Voyajer presso il JPL: “Questa è stata una giornata fantastica per Voyager 1. Siamo nuovamente in comunicazione con la sonda. Attendiamo il ritorno dei dati scientifici con impazienza”.

Scoperta e risoluzione

È però naturale chiedersi come sia stato possibile porre rimedio a quanto accaduto alla storica sonda Voyager. Si è riusciti dopo una serie di tentativi, ma soprattutto un’indagine molto dettagliata. È stato scoperto, dopo cinque mesi, un singolo chip difettoso, che stava mandando in fumo l’intero progetto.

Il 3 marzo 2024 il team di ricercatori ha scoperto come una porzione di dati si distinguesse da tutto il resto. Un ingegnere della Deep Space Network di NASA ha decodificato il segnale, che includeva la lettura completa della memoria si sistema, relativa ai dati di volo.

Di fatto il 3% della memoria era corrotto a causa del citato chip. La causa scatenante di tutto ciò sarebbe un semplice logorio, decisamente comprensibile. In che modo, però, si è riusciti a riparare al danno a tale distanza? I tecnici hanno deciso di spostare il codice in questione in altre aree della memoria, “semplicemente”. Aggiornati i riferimenti del caso e suddividendo il tutto in sezioni, si è garantito un ritorno al normale funzionamento.

Il 18 aprile è stato così inviato un segnale radio alla sonda Voyager 1, che dopo 22,5 ore lo ha ricevuto. La risposta è arrivata il 20 aprile, confermando come la modifica del codice sia stato un vero e proprio successo. Il team proseguirà a spostare altre parti del software nei prossimi giorni. Si tenterà di fatto di far proseguire il viaggio per quanto possibile. Si consideri come Voyager 1 era stata pensata per una missione di cinque anni, nel 1977. Il fatto che ancora comunichi con noi è un miracolo della scienza moderna.

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