In Spagna un villaggio sott'acqua è riemerso per colpa della siccità
La Spagna e il Portogallo sono afflitte da un'ondata di siccità tra le più estreme del secolo: per colpa di questo fenomeno è riemerso un villaggio sommerso in Spagna
Tra gli effetti del cambiamento climatico, la siccità è uno di quelli che spaventa di più. E potrebbe essere più vicino di quanto crediamo: in certe zone d’Italia non piove da settimane, se non da mesi, e torrenti e canali sono in secca. Certo, la situazione non è grave come in altre parti del mondo, non troppo lontane da noi: in Spagna e Portogallo, per esempio, c’è stata una “ondata” di siccità abbastanza grave.
E nel caso della Spagna, questo fenomeno ha riportato alla luce un villaggio sommerso.
Il villaggio sommerso in Spagna
Siamo in Spagna nord occidentale, al confine con il Portogallo. In questa regione, la Galizia, per colpa delle temperature in aumento e dell’assenza di precipitazioni è ritornato “a galla” un villaggio, Aceredo, che era stato sommerso nel 1992.
In quell’anno infatti le autorità spagnole e portoghesi avevano deciso di allagare la zona di Alto Lindoso, in cui si trova Aceredo. La popolazione era stata avvertita e sistemata altrove, e Alto Lindoso era diventato un bacino idrico artificiale da 1,05 chilometri quadrati. Per contenere l’acqua, era stata anche costruita una grande diga.
Ora però, che fa caldo e non piove, l’acqua ha cominciato a ritirarsi: in realtà è un processo lungo, iniziato lo scorso autunno. Ma in questi giorni è riemerso il villaggio di Aceredo, così come era 30 anni fa: tetti sfondati, bottiglie sui tavoli, auto abbandonate.
La siccità in Spagna e in Europa
La riscoperta di Aceredo potrebbe sembrare un’avventura da film di Indiana Jones, ma in realtà è un evento abbastanza drammatico, simbolo di quanto le attività umane stiano aggravando la crisi climatica. Le temperature aumentano e le precipitazioni diminuiscono, e questo ha un impatto importante sugli ecosistemi, sulla produzione di cibo e sulla sopravvivenza dell’uomo e delle altre specie viventi.
Negli ultimi due mesi infatti l’Europa occidentale è stata colpita da una siccità anomala: tutti i bacini idrici spagnoli sono pieni solo fino al 44% della loro portata. Meno rispetto alla media dell’ultimo decennio (61%), ma non ancora al livello della siccità del 2018. Gennaio 2022 è stato il secondo mese con meno precipitazioni dall’inizio del ventunesimo secolo per la Spagna. Il Portogallo dall’inizio di febbraio sta razionando l’uso di alcuni bacini idroelettrici, limitando quello per l’irrigazione e l’energia in favore del consumo umano. L’Istituto Portoghese di Meteorologia (IPMA) ha dichiarato che almeno il 45% del paese è in “grave” o “estrema” siccità.
Lo stesso sta succedendo in Italia, dove il Po ha una portata d’acqua inferiore al 34%. Per questo motivo sono in difficoltà i bacini idrici di tre regioni che dipendono dal fiume: Piemonte, Lombardia e Veneto, che stanno vivendo la peggiore crisi idrica degli ultimi 30 anni. Il Po è in secca come se fosse estate, e la situazione è aggravata dal fatto che ha nevicato molto poco per tutto l’inverno.
Quest’ondata di siccità ha addirittura attraversato l’Oceano: negli Stati Uniti la rivista scientifica Nature racconta della più grave siccità del Paese negli ultimi 1200 anni. E il responsabile, su entrambe le sponde dell’Atlantico, è l’uomo. E a cui l’uomo sta cercando di porre rimedio con metodi artificiali.