Scatta l'allarme siccità in Puglia, piogge e calo dei fiumi rischiano di compromettere la stagione
Scatta l'allarme siccità in Puglia, ma anche nelle altre Regioni del Sud Italia si parla di emergenza idrica: cosa sappiamo.

Il sole di marzo avvolge la Puglia ma, anziché portare la promessa di una primavera rigogliosa, getta un’ombra di preoccupazione su una terra sempre più assetata e su un’estate che si prospetta tutt’altro che semplice. L’allarme lanciato da Coldiretti – ma non solo – parla di una situazione preoccupante, di una siccità che negli anni ha raggiunto livelli critici mettendo a dura prova le colture, l’economia e la vita di tutti i giorni. Dell’allarme siccità si è parlato anche in una recente audizione per la Crisi idrica in Regione Puglia.
La situazione in Puglia
Si parla già di allarme siccità in Puglia, in particolare nella Capitanata (la parte settentrionale della Regione) e nella provincia di Foggia, dove la situazione è già preoccupante. L’estate si preannuncia calda e secca, l’assenza di piogge e quindi la riduzione della portata dei fiumi renderanno insufficienti le forniture d’acqua nelle campagne per le colture.
Secondo i dati raccolti, l’insufficienza idrica sarebbe già a livelli significativi nella Regione, con un impatto sull’economia agricola del foggiano di quasi 1 miliardo e mezzo di euro. Dati confermati da un report di Coldiretti, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua (22 marzo): “L’inverno è appena finito ma la siccità stringe già d’assedio l’Italia con la situazione più grave ancora una volta nelle regioni del Sud, dalla Puglia alla Sicilia, dalla Sardegna alla Basilicata, rendendo sempre più urgente la realizzazione di un piano invasi, con un cambio di passo nelle politiche delle risorse idriche”.
Il report sottolinea, appunto, che “la situazione più grave si registra in Puglia alle prese con una crisi idrica senza precedenti, con gli invasi del Tavoliere dove mancano 100 milioni di metri cubi di acqua rispetto allo scorso anno. Se lo scenario non muterà drasticamente con l’arrivo di piogge, non ci sarà acqua per irrigare i campi nell’estate 2025 e certamente si avranno ripercussioni gravi anche su quella potabile”.
Le conseguenze potrebbero essere più dure rispetto a quelle registrate lo scorso anno, pertanto Coldiretti auspica un intervento strutturale, un “piano invasi” che assicuri disponibilità idrica sufficiente: “Oggi l’acqua piovana va a finire nei 230mila chilometri di canali lungo il Paese e finisce nel mare. In questo modo perdiamo per sempre dell`acqua dolce, che invece potrebbe rivelarsi utile in momenti di siccità. Coldiretti con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, ha elaborato un progetto per la realizzazione di un sistema di bacini di accumulo con sistema di pompaggio che consentirebbe di garantire riserve idriche nei periodi di siccità ma anche di limitare l’impatto sul terreno di piogge e acquazzoni sempre più violenti che accentuano la tendenza allo scorrimento dell’acqua nei canali asciutti”.
Il progetto si prefigge l’obiettivo di raddoppiare la raccolta di acqua piovana negli invasi sia per uso civile che agricolo, ma anche per la produzione di energia idroelettrica.
L’allarme siccità nel resto del Sud Italia
L’allarme siccità si incentra in modo massiccio sulla Puglia, ma le altre Regioni del Sud Italia non ne sono esenti. Coldiretti parla della Sardegna, “dove la situazione più critica si registra nel Nord-Ovest, in particolare nella Nurra e nelle aree intorno ad Alghero, dove gli invasi hanno una capacità media inferiore al 44,8%” e “il rischio concreto è che l’acqua venga destinata solo alle colture di pregio, mentre le altre coltivazioni rischiano di non ricevere risorse idriche sufficienti”.
Occhi puntati anche sulla Basilicata, dove “nel confronto con il 2024 il deficit idrico è risalito a quasi 100 milioni di metri cubi”, in particolare nella Provincia di Potenza che “sta affrontando una grave carenza d’acqua che sta mettendo in ginocchio il settore agricolo locale”. Le precipitazioni invernali non sono state copiose quanto si sperava, precisa Coldiretti, sottolineando le conseguenze negative della carenza di acqua lungo i corsi fluviali anche per gli allevamenti.
In Sicilia ha piovuto questo inverno, ma l’emergenza siccità continua anche nell’Isola, “soprattutto nel versante orientale”: “Nel Trapanese la diga Garcia oggi può contare solo su 18 milioni di metri cubi: una quantità che senza ulteriori piogge potrà bastare fino al prossimo settembre. Male anche l’invaso Arancio, fondamentale per l’irrigazione delle olive da mensa: da qui al prossimo raccolto, serviranno almeno 10 milioni di metri cubi di acqua, mentre l’impianto arriva oggi a circa otto milioni”.