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La brutta storia dell'intervista a Schumacher fatta con l'AI

Un tabloid scandalistico tedesco pubblica una finta intervista a Schumacher, creata con un chatbot, e scoppia la polemica

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Zu dumm, um wahr zu sein“, troppo stupido per essere vero. E’ il commento del giornale online indipendente tedesco Übermedien all’articolo di apertura del magazine cartaceo, ancora tedesco, Die Aktuel che, il 15 aprile 2023 è uscito in edicola con la copertina che vedete in apertura.

Un’intervista a Michael Schumacher, anzi, “Das erste Interview!”, la prima intervista. Intervista che, però, per motivi che non c’è bisogno di spiegare il sette volte campione del mondo di Formula 1 non ha mai rilasciato. A rispondere alle domande, infatti, è stato il chatbot Character.ai.

La copertina

La copertina di Die Aktuel è decisamente “ingannevole“, per usare le stesse parole del giornale tedesco. Subito sotto “Michael Schumacher – La prima intervista!“, scritto a caratteri cubitali, c’è scritto anche “Sembra ingannevolmente reale – Cosa c’è dietro: Die Aktuel è andato in cerca di indizi“, a caratteri ben più piccoli. Foto d’apertura, uno Schumi ancora in attività, con la tuta della Mercedes, che sorride e guarda lontano.

Per capire di cosa stiamo parlando bastano i 2,20 euro del prezzo del tabloid tedesco, già noto in Germania per precedenti menzogne e manipolazioni delle notizie ma che, questa volta, si è decisamente superato.

Si tratta di un articolo sui rischi dell’intelligenza artificiale, che elenca diverse fake news (c’è anche Papa Francesco col piumino) e che, accanto all’ennesima foto di Michael Schumacher, si chiede: “In un’intervista, risponde alle domande per la prima volta da quando ha subito il grave incidente. Ma sta parlando veramente il nostro Schumi?“.

Come se tutto ciò non bastasse, nella stessa pagina compaiono anche i figli Mick e Gina Maria Schumacher, con ulteriori estratti di questa finta intervista, in cui il finto Schumacher risponde a vere domande sui suoi veri figli.

Infine, c’è lo screenshot di quattro risposte del chatbot Character.ai che imita Michael Shumacher, necessario probabilmente al giornale per poter dire che sta solo riportando le parole generate dall’intelligenza artificiale ed evitare conseguenze penali.

Cos’è Character.ai

Come tutti ben sanno, dopo il tragico incidente di quasi 10 anni fa Schumacher non può aver risposto a quelle domande: le risposte sono state create da zero, sono finte, è tutto un fake.

A rispondere è un chatbot, cioè un software basato sull’intelligenza artificiale creato per “chattare” con gli esseri umani in modo credibile: l’utente fa le domande, il chatbot risponde e sembra di parlare con una persona vera.

Il chatbot più famoso, al momento, è ChatGPT ma quello che ha generato le risposte della finta intervista a Schumacher è Character.ai. Si tratta di un chatbot ulteriormente “addestrato” per imitare le risposte che potrebbe dare un personaggio famoso.

In questo caso è stato usato per imitare Schumacher, ma volendo potremmo usarlo anche per chiacchierare con Ayrton Senna, Niki Lauda, e molti altri piloti famosi, sia vivi che morti. O qualunque altro personaggio del presente o del passato del quale ci sono abbastanza interviste, dichiarazioni e materiale di vario tipo da far elaborare all’algoritmo.

“Troppo stupido per essere vero”

Come era facile immaginare, questa scelta editoriale ha scatenato forti polemiche in Germania e non solo (si conta anche un articolo molto critico del The Times, nel Regno Unito). Il giudizio di Übermedien su questo articolo di Die Aktuel, riportato in apertura di questo articolo, è uno dei più forti ed è giustificato dal fatto che quello che avete letto fino ad ora non è neanche la cosa più grave di tutte.

In chiusura dell’articolo, infatti, Die Aktuel scrive: “Ci sono già siti internet in cui puoi avere conversazioni con le celebrità. Ma è l’intelligenza artificiale a fornire le risposte. Ma come fa l’AI a conoscere il background personale? Come fa a sapere del matrimonio, dei figli, delle malattie? Qualcuno deve aver inserito le informazioni su internet, come su Wikipedia. E’ stato forse lo stesso Schumi che ha scritto le informazioni dal letto dell’ospedale? O qualcuno della famiglia, le badanti, i dipendenti? In ogni caso, le risposte sembrano ingannevolmente reali! Troppo bello per essere vero?

Quando si parla di pericoli dell’intelligenza artificiale, quindi, vanno considerate anche vicende come queste.

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