SCIENZA

Cosa sappiamo del manoscritto sconosciuto di Chopin ritrovato al Morgan Library & Museum di New York

Chopin lancia una nuova "hit" nel 2024 e no, non è uno scherzo: è stato autenticato un suo manoscritto inedito trovato al Morgan Library & Museum di New York.

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Fonte: Morgan & Library Museum

Per la prima volta in quasi un secolo è stata scoperta una nuova opera del compositore polacco Frédéric Chopin. Si tratta di un piccolo manoscritto, grande appena 10×13 cm, sul quale Chopin ha impresso un valzer e il cui ritrovamento – casuale, come spesso accade – è stato possibile grazie a un curatore del Morgan Library & Museum di New York. Un pezzo di storia che si aggiunge alle "sue collezioni di manoscritti, libri rari, musica, disegni e altre opere d’arte" che "costituiscono una testimonianza unica di civiltà, nonché un deposito incomparabile di idee e processi creativi".

Scoperto un nuovo valzer di Chopin

Come riporta la nota ufficiale rilasciata dal Morgan Library & Museum, "la scoperta di un’opera sconosciuta di Chopin non avveniva dalla fine degli anni ’30". Robinson McClellan ha trovato il manoscritto nel 2019 in una delle collezioni conservate nel museo, chiedendo poi aiuto a un esperto esterno affinché lo autenticasse, per avere dunque la certezza che si trattasse proprio di un’opera del celebre compositore polacco.

"Il manoscritto di Morgan è composto da ventiquattro misure annotate che il compositore chiede al pianista di ripetere una volta per intero – si legge ancora nella nota -. (…) Chopin notoriamente scriveva in ‘piccole forme’, ma quest’opera, della durata di circa un minuto, è più breve di qualsiasi altro suo valzer". Nonostante le dimensioni evidentemente ridotte, "si tratta comunque di un brano completo" con un incipit "davvero notevole": "Diverse misure lunatiche e dissonanti culminano in un forte scoppio, prima che inizi una melodia malinconica".

E non è cosa da poco dal momento che, specifica il Moran Library & Museum, nessun altro valzer di Chopin inizia nel medesimo modo. Sappiamo che il manoscritto in questione, come già anticipato, è grande poco più di 10×13 cm e si suppone fosse un dono: il compositore, infatti, era solito firmare piccole composizioni "da includere nell’album degli autografi di qualcuno" tra "amici, studenti o mecenati".

Cosa sappiamo del manoscritto

A questo punto McClellan ha chiesto l’intervento di un esperto, Jeffrey Kallberg, preside associato per le arti e le lettere presso l’Università della Pennsylvania specializzato proprio nell’opera di Chopin. Occorreva che qualcuno autenticasse il valzer in questione.

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La ricerca si è concentrata prima di tutto sulla carta e l’inchiostro utilizzati che, secondo le analisi effettuate, corrispondono a quelli usati abitualmente dal compositore polacco. Grazie a questo dato è stato possibile datare il piccolo spartito agli anni ’30 quando Chopin aveva poco più di 20 anni, come ha dichiarato una portavoce del museo alla CNN, che ha aggiunto: "La calligrafia corrisponde ad altri esempi di calligrafia di Chopin. La partitura contiene diteggiature e segni dinamici, il che suggerisce che Chopin pensava che il pezzo potesse essere eseguito un giorno".

E per quanto riguarda la firma? In alto sulla sinistra si intravede il cognome del compositore ma in realtà sarebbe stato aggiunto in un momento successivo, non da lui: "Chopin, compositore meticoloso – non era insolito per lui passare settimane su una sola pagina – sembrava avere dubbi su questo valzer. Non firmò la partitura, come faceva di solito. Il ‘Chopin’ in cima al manoscritto fu aggiunto da qualcun altro, secondo l’analisi della grafia. E ci sono alcuni errori non corretti nel ritmo e nella notazione nella partitura", spiega Javier C. Hernández sul New York Times.

"Questo valzer appena scoperto amplia la nostra comprensione di Chopin come compositore e apre nuovi interrogativi che gli studiosi devono considerare riguardo a quando lo scrisse e a chi fosse destinato", ha affermato McClellan, curatore del museo e compositore a sua volta.

"La nostra vasta collezione musicale è definita da esempi manoscritti del processo creativo ed è emozionante aver scoperto un’opera nuova e sconosciuta di un compositore così rinomato", ha affermato Colin B. Bailey, direttore del Morgan Library & Museum.

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