C'è un tesoro nascosto sottoterra e gli scienziati lo stanno cercando tra le foreste
Tra le grandi piante amazzoniche e sotto la sabbia del deserto: la mappatura del carbonio nelle foreste con Biomass rivela che forse abbiamo qualcosa di "prezioso"
Esiste un tesoro invisibile che si nasconde tra le chiome delle foreste pluviali in Amazzonia, sotto la sabbia del Sahara e persino tra i flussi di ghiaccio dell’Antartide. Ad andare a caccia di questo patrimonio della natura è il nuovo satellite Biomass, lanciato dall’ESA per una missione rivoluzionaria: mappare la biomassa forestale e svelare quanta CO2 viene custodita e trasformata dalle foreste del nostro pianeta.
Una missione spaziale per quantificare il carbonio
Il 29 aprile 2025 l’ESA (Agenzia Spaziale Europea) ha dato il via a Biomass, una delle missioni più ambiziose mai realizzate per l’osservazione della Terra. Questo satellite, equipaggiato con un innovativo radar banda P, è capace di penetrare la densa vegetazione tropicale e scandagliare persino terreni sabbiosi o superfici ghiacciate. Lo scopo è misurare con precisione la quantità di carbonio nascosto nelle foreste, raccogliendo dati preziosi per comprendere meglio i meccanismi che regolano i cambiamenti climatici.
Dalle foreste dell’Amazzonia ai fiumi nel Sahara
Le prime immagini diffuse dalla missione mostrano uno spaccato inedito della foresta Amazzonica, con dettagli fino ad oggi invisibili agli occhi umani. Grazie alla mappatura della biomassa delle foreste, gli scienziati possono individuare le aree di deforestazione in Amazzonia e stimare l’impatto reale sull’ambiente. Non solo: Biomass ha già rilevato antichi letti di fiumi ormai scomparsi sotto le dune del Sahara, aprendo nuove prospettive d’indagine su come l’acqua abbia modellato paesaggi oggi desertici.
Il satellite Biomass è anche in grado di leggere i “segreti” dei flussi di ghiaccio nell’Antartide, osservando il movimento delle masse glaciali per capire come reagiscono all’aumento delle temperature globali.
Un tesoro nascosto: perché è così importante?
Conoscere la quantità di carbonio stoccata nelle foreste significa avere uno strumento in più per prevedere scenari futuri legati al clima. Le piante, infatti, assorbono l’anidride carbonica dall’atmosfera e la immagazzinano sotto forma di biomassa forestale. Più sappiamo sulla misurazione della biomassa delle foreste, più possiamo stimare quanta CO2 viene tolta dall’aria e quanta rischia di tornare in circolo a causa della deforestazione o di eventi climatici estremi.
Secondo l’ESA, la missione Earth Explorer Biomass sarà un punto di svolta per affinare i modelli climatici globali. Le informazioni raccolte con la mappatura del carbonio nelle foreste serviranno a scienziati, governi e associazioni per proteggere meglio gli ecosistemi tropicali e pianificare azioni concrete contro il riscaldamento globale.
Un radar come un’ecografia per la Terra
Il cuore di questa missione è l’innovativo radar banda P, unico nel suo genere: riesce a penetrare la copertura vegetale come una sorta di ecografia naturale, rivelando ciò che si nasconde sotto strati di foglie, tronchi e rami. Così, Biomass riesce a creare mappe 3D che mostrano la distribuzione della biomassa forestale su scala planetaria.
Le prime immagini sono state presentate a Vienna durante il convegno Living Planet organizzato dall’ESA, suscitando entusiasmo nella comunità scientifica. Per i ricercatori, ogni dato raccolto è un tassello per completare il puzzle del clima terrestre.
Il futuro della Terra si studia dallo Spazio
Il satellite Biomass è ancora in fase di calibrazione, ma i primi risultati confermano le sue enormi potenzialità. Nelle prossime settimane, continuerà a scrutare l’Amazzonia, l’Africa e le regioni polari, fornendo nuove mappe e misurazioni mai viste prima.
In anni segnati dai cambiamenti climatici, “tesoro nascosti” dati da interpretare sarà essenziale per proteggere le foreste, calcolare il vero bilancio del carbonio e mettere in campo azioni più efficaci per il nostro futuro.