SCIENZA

Il satellite Biomass fornirà una mappa delle foreste tropicali più remote del mondo, per salvarle

La mappatura del carbonio nelle foreste tropicali serve a monitorare quanta CO2 immagazzinano le piante: adesso la eseguirà dallo Spazio il satellite Biomass

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Nel cuore delle foreste tropicali, dove la luce solare penetra a malapena e l’occhio umano non riesce ad arrivare, si gioca una partita decisiva per il futuro del pianeta. Per capire quanto ancora queste vaste distese verdi riescano ad assorbire anidride carbonica e a contrastare il cambiamento climatico, è partita una missione spaziale per salvare il pianeta senza precedenti: il lancio del satellite Biomass, promosso dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) con il supporto di Airbus UK.

Partita una missione per salvare il pianeta: ecco il piano

L’obiettivo di Biomass è realizzare la più accurata mappatura del carbonio nelle foreste tropicali del pianeta, soprattutto quelle più remote e finora poco esplorate. Il satellite è stato lanciato da Kourou, nella Guyana Francese, a bordo di un razzo VegaC e resterà in orbita per almeno cinque anni.

Il cuore tecnologico della missione è un radar innovativo, mai utilizzato prima nello Spazio, in grado di penetrare la fitta vegetazione fino alle radici degli alberi. Grazie a questa tecnologia, Biomass sarà in grado di misurare con estrema precisione quanta CO2 è immagazzinata nella biomassa vegetale, monitorando al contempo la perdita di biodiversità causata dalla deforestazione.

Una misurazione precisa del carbonio nelle foreste tropicali

L’idea è tanto semplice quanto rivoluzionaria: capire il ruolo delle foreste nel bilancio globale di carbonio misurandone la quantità in esse presente. Circa la metà della massa degli alberi è composta da carbonio e Biomass utilizza un radar a banda P dotato di un’enorme antenna da 12 metri, capace di scandagliare le selve tropicali dall’alto fino al suolo, rilevando le variazioni nella quantità di CO2 accumulata.

Questa “bilancia spaziale” sorvolerà regolarmente regioni chiave come l’Amazzonia, l’Africa centrale e il sud-est asiatico, tutte zone colpite da deforestazione massiva per la produzione di soia, carne bovina, cacao, caffè, olio di palma e legname. Le mappe 3D ad alta risoluzione delle foreste tropicali che ne risulteranno dovrebbero diventare un potente strumento per scienziati, governi e organizzazioni ambientali.

Polmoni verdi in pericolo: perché le foreste tropicali sono essenziali

Le foreste tropicali sono spesso definite i polmoni verdi della Terra. Si stima che assorbano circa otto miliardi di tonnellate di CO2 ogni anno, svolgendo un ruolo cruciale nel mitigare gli effetti del riscaldamento globale. Tuttavia, la loro capacità di assimilazione è messa a dura prova: la deforestazione e il degrado ambientale stanno restituendo carbonio all’atmosfera, alimentando l’effetto serra.

Quantificare con precisione la perdita di carbonio è fondamentale per costruire modelli climatici affidabili e adottare politiche di conservazione efficaci. Il progetto Biomass rappresenta un passo chiave per comprendere meglio il bilancio globale del carbonio: in altre parole, quanto carbonio entra ed esce dall’atmosfera terrestre.

Dati spaziali e intelligenza artificiale per un futuro più verde

Uno degli aspetti più innovativi di questa missione per salvare il pianeta è l’integrazione dei dati raccolti da Biomass con tecnologie di intelligenza artificiale e machine learning. Gli scienziati, così, potranno elaborare previsioni sempre più accurate sullo stato di salute delle foreste, sulla perdita di biodiversità e sull’effetto delle attività umane sul clima.

Come ha dichiarato Simonetta Cheli, direttrice dei Programmi di Osservazione della Terra dell’ESA: «Questa missione ci permetterà di vedere le foreste come mai prima, per proteggerle meglio e prevenire disastri ambientali». È una corsa contro il tempo e anche un messaggio di speranza: dallo Spazio, oggi, si può agire concretamente per dare una mano al pianeta.

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